Auto Focus2002

SCHEDA FILM

Auto Focus

Anno: 2002 Durata: 105 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Paul Schrader

Specifiche tecniche:-

Tratto da:libro "The Murder of Bob Crane" di Robert Graysmith

Produzione:PROPAGANDA FILMS, GOOD MACHINE, FOCUS PULLER INC.

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR ITALIA (2003)

ATTORI

Greg Kinnear nel ruolo di Bob Crane
Willem Dafoe nel ruolo di John Carpenter
Rita Wilson nel ruolo di Anne Crane
Maria Bello nel ruolo di Patricia Crane
Ron Leibman nel ruolo di Lenny
Bruce Solomon nel ruolo di Feldman, produttore di Hogan
Michael E. Rodgers nel ruolo di Richard Dawson
Kurt Fuller nel ruolo di Werner Klemperer/Klink
Lyle Kanouse nel ruolo di John Banner/Schultz
Ed Begley Jr. nel ruolo di Mel Rosen
Christopher Neiman nel ruolo di Robert Clary/Lebeau
Donnemarie Recco nel ruolo di Victoria
Alex Meneses nel ruolo di Emily
Cassie Townsend nel ruolo di Elaine
Cheryl Lynn Bowers nel ruolo di Cynthia Lynn
Amanda Niles nel ruolo di Cameriera
Amber Griebel nel ruolo di Jill
Arden Myrin nel ruolo di Ragazza Hippie
Bob Crane Jr. nel ruolo di Intervistatore
Bruce Bauer nel ruolo di Ospite Talk Show
Catherine Dent nel ruolo di Segretaria
Don McManus nel ruolo di Prete
Gibby Brandt nel ruolo di Giudice
Hannah Felder-Shaw nel ruolo di Judy
Jeff Harlan nel ruolo di Armand
Joe Grifasi nel ruolo di Presentatore del Salome
John Kapelos nel ruolo di Bruno Gerussi
Joseph D. Reitman nel ruolo di Ragazzo Hippie
Katie Lohmann nel ruolo di Ragazza di Dallas
Kelly Packard nel ruolo di Bionda
Kevin Beard nel ruolo di Scenografo di Hogan
Kitana Baker nel ruolo di Ragazza Hippie
Marieh Delfino nel ruolo di Fidanzata di Bobby
Michael Tachovsky nel ruolo di Bob Crane a 12 anni
Nikita Ager nel ruolo di Julie
Roderick McCarthy nel ruolo di Barista
Sarah Uhrich nel ruolo di Victoria Berry
Shawn Reaves nel ruolo di Bob Crane a 20 anni
Vyto Ruginis nel ruolo di Nickie D
 

SCENEGGIATORE

Gerbosi, Michael
 
 

MONTAGGIO

Boden, Kristina
 

SCENOGRAFIA

Chinlund, James
 

COSTUMISTA

Weiss, Julie
 

TRAMA

Popolare presentatore radiofonico, un giorno Bob Crane viene avvicinato dal suo agente che gli propone il ruolo del protagonista per la serie tv 'Gli eroi di Hogan'. Dopo qualche esitazione, Bob accetta e la serie ha un successo enorme. Ma, parallelamente, al successo, aumentano le tensioni fra l'attore e la moglie Anne. Intanto Crane conosce John Carpenter, un cineoperatore, con il quale instaura un forte legame di amicizia. La movimentata vita di Crane termina, di colpo, quando viene assassinato in una stanza di un motel dell'Arizona nel 1978. Un omicidio fino ad oggi ancora irrisolto.

CRITICA

"Nella nuova pornotendenza del cinema americano c'entra poco Paul Schrader ('American Gigolo'), regista americano europeizzante colto e perverso la cui carriera è segnata dagli incerti di un lavoro mai considerato da lui come routine o mestiere, ma affrontato sempre con slancio e coinvolgimento d'autore. 'Auto Focus' nasce da un fatto di cronaca (...) Il centro della vicenda è il rapporto fra i due, durato una decina d'anni; è anche l'abitudine a concentrarsi su di sé, a mettere a fuoco esclusivamente i due protagonisti, Greg Kinnear e Dafoe, sono coraggiosi oltre che bravi". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 11 aprile 2003) "Quattordicesima regia e terza biografia firmata da Paul Schrader, 'Auto Focus' racconta ascesa e caduta di un irresponsabile. Schrader non biasima la condotta del suo eroe, ma non la esalta come in tante sue sceneggiature e regie che contrapponevano la spinta purificatrice del singolo alla corrotta, e ipocrita, società di massa. Crane non è il crepuscolare John Latour ('Lo spacciatore') o i samurai pazzi Travis Bickle ('Taxi Driver') e il Mishima dell'omonima pellicola. E il film non è né un apologo allegorico, né un omaggio a un idolo pop dimenticato. Piuttosto è la cinica autoanalisi di un edonista pentito, da qualche anno più saggio e riflessivo, che guarda Crane e rivede i suoi peccati di gioventù nella New Hollywood anni '70. Senza nostalgia e con molto sarcasmo ('I maschi si devono divertire' è la battuta che chiude il film). Kinnear e Dafoe sono da urlo". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 11 aprile 2003) "Il caso di cronaca è congeniale alla cupa morale calvinista di Schrader che, da sceneggiatore ('Taxi Driver') come da regista ('American Gigolo', 'Affliction'), ci ha sempre raccontato la stessa vicenda: un uomo scende agli Inferi, senza possibilità di ritorno. Qui però c'è una nota d'originalità nuova. 'Autofocus', in fondo, è una storia dell'evoluzione della tecnologia raccontata attraverso il sesso; Mefistofele è un tecnico-video e la televisione, pubblica o privata, ha tutto l'aspetto di quell'inferno, in cui il protagonista è destinato a sprofondare". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 aprile 2003) "Ci sono vari film importanti e molto interessanti che guardano retrospettivamente al tessuto umano e simbolico dell'America recente e applicano agli anni'60 o '70 le tecniche di un'archeologia moderna che scava, con un linguaggio cinematografico di prim'ordine, al di sotto delle eruzioni cutanee, delle macchie, delle malformazioni di un mondo e di un sogno, di un metabolismo e delle sue disfunzioni palesi o occulte. Il tono cambia ma 'Almost Famous', 'Prova a prendermi', 'Confessioni di una mente pericolosa' sono modelli di Cinema e di storie che si differenziano dalla produzione dominante di Hollywood e sono film incentrati su personaggi e su epoche e non su formule. 'Auto Focus' è il romanzo tragico di un egoista, ossessionato dal desiderio di guardare e di guardarsi, di fare sesso e di fissare su nastro la ripetizione anonima, sgranata, meccanica e confusa del piacere. (...) L'uso cinematografico del discorso diretto e indiretto, gli attori bravissimi e la fondamentale trama parallela (l'amicizia tra Crane e Carpenter), disegnano la degenerazione e il disfacimento di questa nuova 'conoscenza carnale' distonica rispetto a immagini sempre più perfette e precise nelle quali un corpo non ha più peso e odore. Potrebbe non esserci". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 15 aprile 2003)

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