Assault on Precinct 132005

SCHEDA FILM

Assault on Precinct 13

Anno: 2005 Durata: 109 Origine: USA Colore: C

Genere:AZIONE, DRAMMATICO, THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ROGUE PICTURES, LIAISONS FILMS, WHY NOT PRODUCTIONS, FOCUS FEATURES, OUTLAW PICTURES

Distribuzione:CDI

TRAMA

Jake Roenick è capitano del distretto 13, un commissariato di polizia alle porte di Detroit che sta per essere chiuso e dove, a causa delle pessime condizioni atmosferiche, vengono temporaneamente presi in custodia alcuni detenuti in attesa di trasferimento. Tra loro c'è Marion Bishop, un malvivente che potrebbe denunciare alcuni poliziotti corrotti smascherando i loro traffici illeciti. La sera della vigilia del nuovo anno, Roenick e i pochi colleghi di servizio al distretto, devono organizzare in breve tempo una squadra operativa per fronteggiare un assalto improvviso. Poliziotti e criminali sono costretti ad allearsi per sopravvivere ai duri attacchi volti apparentemente a liberare Bishop...

CRITICA

"Un delirio: perché mai il remake del cult horror western 'Distretto 13: le brigate della morte' è titolato in inglese? Chissà. Meno elettrico e metafisico del film che rivelò Carpenter, che a sua volta omaggiava 'Un dollaro d'onore' di Hawks, questo del francese tarantinato Jean-François Richet è solo un onesto riepilogo di stereotipi. Molti generi: ostaggi nel distretto di polizia (a Detroit, la notte di Capodanno, con psicologa nel gruppo); manipolo di malcapitati sotto tiro; ore disperate; eroismo & amore; anche i cattivi piangono; anche i buoni si corrompono. Vecchie conoscenze del gangster movie, ma mentre Carpenter rinnovava con slancio claustrofobico e gli zombi alla porta, situando l' azione non si sa come in un mondo senza spazio né tempo, qui si tratta di fare alla fine il conto dei morti e delle catarsi. Non c'è mistero, se non perché Ethan Hawke ceda con tale ritardo alla psicoterapeuta." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 novembre 2005) "Fare un remake di un film come 'Distretto 13: Le brigate della morte' di John Carpenter, mitico cult di frontiera tra il classico western e le nuove paure metropolitane, sembrava a priori impresa buona per presuntuosi, o per incoscienti. E invece il francese Jean-Francois Richet, senza mettersi in testa di far concorrenza all'originale, ha realizzato una serie B archetipa ed efficace e rigorosa, che non supera certo il modello, ma non lo fa neppure rimpiangere. (...) La buona notizia è che Richet fa il contrario della maggioranza dei suoi colleghi alle prese con oggetti simili. I più avrebbero adottato un montaggio frenetico e ridotto il tutto a videogame. Lui si prende il tempo per lavorare sull'inquadratura, fa esistere i personaggi e lascia respirare lo spettatore." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 9 dicembre 2005) "Sorprese, aggressioni presto anche all'interno delle mura del Distretto, dei corpo a corpo spietati: con la possibilità, qua e là, di tratteggiare anche qualche psicologia, ma dando soprattutto rilievo ai ritmi affannati, martellanti, velocissimo cui tutta la vicenda si affida alla soluzione ultima. Gli interpreti hanno sempre le facce giuste. Il sergente è Ethan Hawke, con una mimica forte, il prigioniero è l'attore di colore Laurence Fishburne, già visto nei tre 'Matrix'". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 9 dicembre 2005) "Remake dell'omonimo film del 1976 scritto e diretto da John Carpenter, 'Distretto 13: le brigate della morte' di Jean-François Richet è il classico film che mette a confronto (e scambia continuamente) il Bene e il Male, declinando le due opzioni morali attraverso le vicende di malviventi e poliziotti. Così, mentre fra terroristi, agenti, ex agenti corrotti e delinquenti buoni infuria una battaglia efferata, Roenick sarà costretto a collaborare con i detenuti per sopravvivere. Lo scontro durerà per tutta la notte e i colpi di scena, per tutto il film. Perché, nonostante le dinamiche non siano certo nuove (come quella di poliziotti e criminali che si uniscono), la regia è agile e fa restare incollati alla poltrona. ?? piaciuto perfino a John Carpenter." (Roberta Bottari, 'Il Messaggero', 16 dicembre 2005) "Un delirio: perché mai il remake del cult horror western 'Distretto 13: le brigate della morte' è titolato in inglese? Chissà. Meno elettrico e metafisico del film che rivelò Carpenter, che a sua volta omaggiava Un dollaro d' onore, questo del francese tarantinato Jean-François Richet è solo un onesto riepilogo di stereotipi. Molti generi: ostaggi nel distretto di polizia; ore disperate; eroismo & amore; anche i cattivi piangono; anche i buoni si corrompono. Non c' è mistero, se non perché Ethan Hawke ceda con tale ritardo alla psicoterapeuta." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 dicembre 2005)

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