Anno: 1972 Durata: 90 Origine: GERMANIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO, STORICO
Regia:Werner Herzog
Specifiche tecniche:35 MM (1:1.37) - EASTMANCOLOR
Tratto da:-
Produzione:WARNER HERZOG FILMPRODUKTION, HESSISCHER RUNDFUNK
Distribuzione:ITALNOLEGGIO (1975) - NUMBER ONE VIDEO
Klaus Kinski | nel ruolo di | Don Lope de Aguirre |
Helena Rojo | nel ruolo di | Inez de Atienza |
Del Negro | nel ruolo di | Gaspar de Carvajal |
Ruy Guerra | nel ruolo di | Don Pedro de Ursua |
Peter Berling | nel ruolo di | Don Fernando de Guzman |
Cecilia Rivera | nel ruolo di | Flores |
Daniel Ades | nel ruolo di | Perucho Dan Ades |
Edward Roland | nel ruolo di | Okello |
Armando Polanah | nel ruolo di | Armando |
Alejandro Repulles | nel ruolo di | Gonzalo Pizarro |
Julio Martinez | ||
Daniel Farfán | ||
Alejandro Chavez | ||
Antonio Marquez | ||
Justo González |
La notizia di un territorio ricchissimo d'oro - battezzato anticipatamente con il nome di El Dorado - induce Gonzalo Pizarro, fratello di Francisco, ad inviare una spedizione di conquista oltre le Ande. Il comando viene affidato a Don Pedro de Ursua e il suo vice è Don Lope de Aguirre. Partita alla fine del 1560, la spedizione si trova ben presto in difficoltà dovute all'ostilità della natura e alla guerriglia feroce condotta da invisibili indios. Approfittando dei momenti di demoralizzazione, Aguirre fa destituire e poi uccidere Don Pedro e ottiene una dichiarazione collegiale di ribellione a Filippo II di Castiglia. Pazzo, senza più un uomo o una donna, il sedicente Furore di Dio muore alla fine del febbraio 1561, chiudendo tragicamente l'assurda conquista.
"Girato nel Perù, in condizioni difficoltosissime, in piena giungla e navigando su torrenti a volte impetuosi, il film è originale e interessante tanto per le ambientazioni quanto per le affascinanti fotografie, cui va aggiunta la convinta e nevrotica interpretazione di Klaus Kinski nella parte di Aguirre. Tuttavia, oltre che per l'estenuante mancanza di azione (voluta ma urtante) e per alcune inverosimiglianze, il lavoro non convince appieno sul piano ideologico. E' evidente, infatti, che si tratta di una avventura pseudostorica che mira ad essere una metafora satirica di tutte le conquiste coloniali, di tutti i razzismi, di tutti gli errori compiuti in nome di un re o paradossalmente in nome di Dio. Ma l'impresa è troppo ampia e richiede troppo sforzo allo spettatore che, in mancanza di dialoghi chiave, deve estrarre, mediante il pressoché solo sussidio della propria riflessione, un vastissimo saggio di critica storica." ('Segnalazioi cinematografiche', vol. 78, 1975)
Incasso in euro