Agata e la tempesta2004

SCHEDA FILM

Agata e la tempesta

Anno: 2004 Durata: 118 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:LUIGI MUSINI, ROBERTO CICUTTO E TIZIANA SOUDANI PER ALBACHIARA, AMKA FILM, TSI, MERCURY FILMS PRODUCTIONS, LUMIERE & CO., EURIMAGES

Distribuzione:MIKADO

TRAMA

Agata ha 44 anni e dirige una libreria. Dopo aver iniziato una problematica relazione con un ventottenne, la sua vita viene sconvolta da un'improvvisa rivelazione. Il suo amato fratello Gustavo, che è anche il suo migliore amico, scopre di essere in realtà il figlio illegittimo di una povera contadina che non poteva crescerlo e quindi lo ha dato in adozione ai genitori di Agata. E' Romeo, folcloristico rappresentante di Cicognara e suo vero fratello, a raccontargli la scomoda verità, come ha promesso a sua madre in punto di morte. Ad Agata e Gustavo non resta altro che cercare di conoscere la famiglia di origine di Gustavo e iniziare una nuova vita.

CRITICA

"Un film come una danza; i personaggi visti non come blocchi monolitici ma come campi di forze, possibilità di mutamento; una protagonista Licia Maglietta così traboccante di energie che al suo passaggio le lampadine si fulminano, i lampioni si spengono, i semafori vanno in tilt. E' 'Agata e la tempesta' di Silvio Soldini, commedia insolita su un soggetto insolito: la felicità. Ovvero la possibilità (il coraggio) di essere felici. Nientemeno. Ma come si gira un film su un soggetto tanto inafferrabile? Elementare, sembra dire Soldini. Pedinando e stanando tutti quegli stadi intermedi che preludono o conducono alla felicità. L'innamoramento. La meraviglia. La scoperta di dimensioni insospettate dell'esistenza. Con tutto quel che ne consegue, perché naturalmente non basta innamorarsi o cambiar vita per essere felici, anzi; ogni mutamento profondo può condurre alla rovina, per evitarlo c'è tutto un lavoro da fare e questo sembra raccontare il film. (...) Solo che a forza di invenzioni e trovatine il film evapora nei regni del superfluo, del lezioso che non morde, non comunica, non emoziona, non lascia tracce o quasi. Dilapidando un cast e un potenziale narrativo notevoli per scompigliare i destini dei personaggi con arbitrio a tratti sconcertante. Abbiamo amato molto Soldini per 'L'aria serena dell'Ovest' e 'Pane e tulipani', ma cosa ricorderemo di 'Agata'? I sorrisi e la danza iniziale della Maglietta, i vestiti sgargianti di Battiston, gli scrittori citati (Alda Merini, Scott Fitzgerald, Flaubert, Amélie Nothomb), non molto di più. Brutta bestia la felicità, al cinema." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 27 febbraio 2004) "Il film parte divertente ed elettrico, poi si spegne come le lampadine al passaggio della fantastica Licia Maglietta, corteggiata con amore dal regista, perché accumula troppi trattini e parentesi. ?? come un grande albero, nato su una buona idea cui il regista non ha il coraggio di potare i fronzoli, specie nell' ultima mezz'ora piena di accadimenti inutili e di una tragedia fuori posto. Soldini vuole mandare a casa il pubblico contento, ma non si lascia andare: la commedia è ambiziosa, citazionista, intellettuale anche nella campagna romagnola. La sostengono però attori formidabili, dalla Maglietta, anima e corpo della storia, portatrice sana di sottigliezze espressive, alla Massironi psicologa da tv come la Morante di Verdone. Bravissimi e complementari Emilio Solfrizzi, fratello in panne, lo spiritoso Giuseppe Battiston e l'ottimo Claudio Santamaria che si sdoppia con quell'aria sognata e stravagante con cui conquista, libri e tulipani, il cuore di Licia." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 febbraio 2004) "Un film corale, interpretato discretamente dagli attori, sulle scosse elettriche, sui gangli del feuilleton, su una Madame Bovary da carruggio e da balera, sul perdere la normalità e perdersi (del regista) tra le anse morfologiche di 'un mondo un po' sollevato dalla realtà'''. (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 3 marzo 2004) "I nostri guai o le nostre tragedie trasformati in una commedia lieve, colorata, elegante, da ridere. Al suo sesto film 'Agata e la tempesta' (il primo, 'L'aria serena dell'Ovest', oscuro e bello, è del 1990), Silvio Soldini, milanese,46 anni, già autore ammirato di 'Brucio nel vento' e 'Pane e tulipani', capovolge volontaristicamente le brutte realtà (...) diventano elementi festosi o almeno sopportabili d'un mondo diverso da quello vero e da quello televisivo, surreale e giocoso, multicolore come una stanza dei bambini e felice quanto è possibile. Non ha speciale significato, non vuol dire granchè: ma il film fatto e recitato bene è divertente, piacevole. Le scenografie colorate di Paola Bizzarri sono adeguate; i costumi di Silvia Nebiolo, creativi e perfetti, danno all'atmosfera del film un contributo notevole. In bianconero, fotografie di famiglia e piccoli film domestici evocano il passato, sempre ricordato con slancio ironico, mai sentimentale." (Lietta Tornabuoni, 'La

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