SCHEDA FILM

Ad un'ora della notte

Anno: 1973 Durata: 100 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:GIALLO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA, TECHNICOLOR

Tratto da:Pièce teatrale di Lucille Fletcher

Produzione:GEORGE W. GEORGE, MARTIN POLL, BARNARD STRAUS PER BRUT, NIGHTWATCH FILMS

Distribuzione:EURO

TRAMA

Sposata in seconde nozze con John Wheeler, consulente finanziario, la ricca e non più giovanissima Ellen ha la mente turbata dal ricordo del suo primo marito, morto insieme alla sua amante in un incidente d'auto. In una notte di temporale, dichiara di aver intravisto in una casa abbandonata che fronteggia, separata da un giardino, la sua lussuosa villa, un uomo venire assassinato. John, per quanto pensi, come Sarah, un'amica d'infanzia di Ellen sua ospite temporanea, che si tratti di un'allucinazione, chiama la polizia che non scopre nessun cadavere. Si rivelano infondati anche i sospetti che sua moglie getta su un vicino di casa, il vedovo Appleby, accusandolo di aver seppellito nel giardino la sua presunta vittima. Qualche giorno dopo Ellen "vede" nello stesso posto, una donna sgozzata di cui però anche stavolta la polizia non trova traccia. Poiché Ellen continua a tempestare di telefonate l'ispettore Walker, che la considera pazza, John la convince, con l'aiuto di un amico psichiatra, a farsi ricoverare in clinica. Alla vigilia della partenza, la donna induce il marito e Sarah, che è diventata la sua amante, a perlustrare con lei la misteriosa casa, indi, acquattata nel buio, li uccide entrambi ferocemente. Convinta d'aver compiuto un delitto perfetto, telefona a Walker per invitarlo ad effettuare un nuovo sopralluogo. L'ispettore reagisce sbuffando ed Ellen si prepara a partire per una lunga vacanza. Qualcosa però non è andato nel verso giusti: Appleby ha scoperto il suo piano e per tacitarlo Ellen è costretta a lasciargli per sempre l'uso della villa.

CRITICA

"Storia di un disegno criminale, attuato con diabolica astuzia, il film è tratto da un lavoro teatrale e di tale derivazione risente sia nell'ambientazione, che nel prevalere dei dialoghi sull'azione vera e propria. Frutto di una regia di solo mestiere, abbonda di elementi fuorvianti che frastornano lo spettatore. Il tono drammatico della vicenda si risolleva peraltro nella ben costruita conclusione. Si tratta di un gioco fine a se stesso, costruito con gli ingredienti tipici del giallo-psicologico e il ricorso a macabri effettacci." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 76, 1974)

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