Accordi e disaccordi1999

SCHEDA FILM

Accordi e disaccordi

Anno: 1999 Durata: 95 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO, MUSICALE

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:MAGNOLIA PRODUCTIONS, SWEETLAND FILMS

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (2000)

TRAMA

Come nella ricostruzione fatta da una cattiva televisione si ripercorrono le avventure di un selvaggio, eccentrico genio della chitarra jazz della fine degli anni '30, Emmet Ray, infantile ed egocentrico, sempre pronto a sbagliare, a lasciare la donna giusta per sposare quella sbagliata, a sprecare la sua arte, deciso a bruciare la sua vita. Emmet Ray è una figura immaginaria, mentre nel film viene più volte citato Django Reinhardt di cui si sente anche un'incisione famosa. TRAMA LUNGA Alcuni intervistati (c'è lo stesso Woody Allen, e poi, tra gli altri, un critico e uno storico di musica jazz) cercano, ciascuno attraverso fonti diverse, di ricostruire la vita di Emmet Ray, chitarrista jazz degli anni '30. Di costui si sa che conduceva un'esistenza disordinata ma che veniva considerato il secondo miglior chitarrista del mondo, dopo Django Reinhardt. Per arrotondare i magri cachet professionali, Emmet faceva il protettore di alcune prostitute e, all'occorrenza, alleggeriva somme qua e là. Di carattere imprevedibile, diceva di sentirsi bene solo quando suonava e, al di fuori, girava con la pistola, sparava ai topi nelle discariche e andava a veder passare i treni. Tipo estroso e scontroso, Emmet un giorno incontra Hattie, ragazza muta che lavora in una lavanderia che subito gli si affeziona, attratta dalla sua fantasiosa personalità. In seguito Emmet va con altre donne, ma Hattie rimane con lui e lo segue fino ad Hollywood, dove lei ottiene una piccola parte in un film d'avventura. Ingelositosi, Emmet la ingelosisce avviando una relazione con Blanche, una perfida snob che lo sposa, ma ben presto lo lascia. Emmett torna allora da Hattie, che nel frattempo ha ripreso il lavoro nella lavanderia, si è sposata ed ha un bambino. Confuso e indeciso, Emmett prende una ragazza in un locale e si getta in macchina nella notte. La ragazza si ribella, lui scende, prende la chitarra, la rompe in mille pezzi. E qui finiscono le notizie su Emmett Ray.

CRITICA

"Postosi dietro la macchia da presa, Allen costruisce sul bravissimo Sean Penn la biografia immaginaria di un chitarrista jazz, un vagabondo libero e randagio, che percorre le strade degli Usa anni '30. La tenera Samantha Morton vorrebbe dargli un rifugio, ma il suonatore solitario non potrà fermarsi; meglio andare avanti, senza futuro, verso il sognato naufragio". (Claudio Carabba, 'Sette', 25 maggio 2000) "'Accordi e disaccordi' è produttivamente perfetto, incantevole. Il ritratto, fotografato meravigliosamente da Zhao Fei, il cinese direttore della fotografia di 'Lanterne rosse' che per la prima volta lavora con Allen, sarebbe nulla senza Sean Penn, davvero bravissimo: il suo mix di genuina grossolanità e di tenerezza, di volgarità e idealismo, ne fanno un gran protagonista". (Lietta Tornabuoni, 'la Stampa', 26 maggio 2000). "Ci sono due linee nella produzione di Woody Allen, ovviamente non sempre separabili. La prima legata agli esordi dell'attore-regista, è tentata da uno spirito paradossale, da risvolti scopertamente comici e talvolta volgari, da "trasgressioni", non solo formali ma sostanziali. Essa pareva ultimamente, "superata" (...) La seconda linea del cinema di Woody Allen - a cui appartiene questo Accordi e Disaccordi - è sempre dettata dai ricordi, magari immaginari, di un artista che avrebbe voluto vivere in certe stagioni, frequentare personaggi dei quali ha molto sentito parlare o ha letto sui libri o che addirittura inventa. (...) C'é di tutto nella figura di Emmer Ray, che pure posiede una potente autonomia narrativa. Vi ritrovi i tramps del New Deal che se ne andavano in giro di qua e di là senza una meta precisa, si incantavano a guardere il passaggo dei reni o si sfogavano spaarando ai topi delle discariche. Vi rinvieni i musicisti che, pur bravi, non vennero baciati dalla fortuna e si limitarno ad ammirare in silenzio i loro idoli, "quelli che ce l'hanno fatta". Vi scorgi, come ha suggerito qualccuno, perfino Zampanò, il manesco compagno di Gelsomina nella felliniana "La strada". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 26 maggio 2000).

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