4 Giorni a Settembre1997

SCHEDA FILM

4 Giorni a Settembre

Anno: 1997 Durata: 108 Origine: BRASILE Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:LIBRO AUTOBIOGRAFICO DI FERNANDO GABEIRA

Produzione:-

Distribuzione:LUCKY RED - LUCKY RED HOME VIDEO

TRAMA

In Brasile, nel 1969, Fernando Gabeira, giornalista, e l'amico Cezar, seminarista, si sentono politicamente frustrati e decidono di entrare nell'MR8, un gruppo rivoluzionario clandestino. Dopo essersi resi conto di dover abbandonare famiglie e cambiare nomi, i due vengono addestrati alla guerriglia, insieme ad altri compagni, tra cui Renè e Maria. Fernando, uomo di lettere e non d'azione, subisce molto la presenza di Maria, affascinante e fredda. Il primo atto del gruppo è una rapina in banca, al termine della quale Cezar viene ferito, catturato e torturato. Fernando allora ritiene che sia il momento di fare un gesto più grosso e clamoroso. Viene deciso di puntare sul rapimento di Charles Burke, ambasciatore americano in Brasile. Dopo aver studiato a lungo gli spostamenti del soggetto, il rapimento viene messo a segno il 4 settembre 1969. Il gruppo fa sapere di voler restituire l'ambasciatore incolume, in cambio del rilascio di 15 prigionieri politici e della lettura del loro manifesto ideologico alla televisione e radio nazionali. In attesa della risposta, i terroristi, chiusi in una villa in campagna, mettono a dura prova se stessi e il loro confronto con gli altri. Soprattutto nei confronti del prigioniero, nascono modi diversi di comportarsi e reagire. Il 7 settembre le richieste vengono accolte. I detenuti politici vengono trasferiti in Messico, l'ambasciatore liberato e i terroristi riescono a sfuggire alla polizia. Ma cinque mesi dopo Fernando e Maria vengono catturati e, nel giugno del 1970, sono inclusi in un gruppo di 40 prigionieri politici trasferiti in Algeria come riscatto per il rilascio dell'ambasciatore tedesco.

CRITICA

"L'ambasciatore Usa (uno splendido Alan Arkin) sopporta con decoro eroico la condizione di sequestrato. E anche se talvolta la sceneggiatura scivola in plateali ingenuità, molto riguardo è riservato ai piccoli gesti di reciproca umanità, ai cenni di paura, alle emozioni intime dei singoli sequestratori. Alla fine, però, l'impressione è che s'intuisca ciò che il film vuole dire meglio di quanto il film - per carità ben fatto e ben diretto - dica." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 25 marzo 1998) "La vicenda è ben congeniata, il disegno dei caratteri - soprattutto quelli dei giovani sequestratori e dell'ambasciatore - è preciso e sempre molto attento ai risvolti umani e il clima attorno, prescindendo quasi del tutto da facili tensioni, privilegia i rapporti interpersonali e i dibattiti (mai verbosi, però) sulle idee e sui modi di portarle avanti con l'azione. Forse con qualche stasi e romanzando più del necessario certe situazioni, sempre comunque con sincerità e onesta, rispecchiate anche dallo stile: asciutto e rigoroso come non mi sarei mai, aspettato dal Barreto di 'Gabriela'. Nelle stesse cifre gli interpreti, non solo Alan Arkin, l'ambasciatore, ma anche, e soprattutto, i tanti brasiliani che lo circondano." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 22 marzo 1998) "'Quattro giorni a settembre' di Bruno Barreto è uno dei film che meglio indagano sugli anni di piombo. Felice nel descrivere la falsa maschera di durezza dietro la quale vorrebbero nascondersi i terroristi, lo è invece meno quando si sofferma a scrutare l'abisso psicologico e morale nel quale sono caduti gli uomini che danno loro la caccia. Con accenti di sincerità e senso della cronaca, il film segue attimo per attimo le fasi del rapimento, indugiando sui membri del commando: un vecchio combattente della guerra di Spagna, un fanatico, un pugno di ragazzi idealisti intenzionati a misurarsi con un obiettivo che li schiaccia." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 19 aprile 1998)

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