21 grammi - Il peso dell'anima2003

SCHEDA FILM

21 grammi - Il peso dell'anima

Anno: 2003 Durata: 120 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Alejandro González Iñárritu

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85) - DE LUXE

Tratto da:-

Produzione:2.1 FILMS, THIS IS THAT, Y PRODUCTIONS

Distribuzione:BIM (2004) DVD: 01 DISTRIBUTION/BIM

ATTORI

Sean Penn nel ruolo di Paul Rivers
Naomi Watts nel ruolo di Christina Peck
Benicio Del Toro nel ruolo di Jack Jordan
Charlotte Gainsbourg nel ruolo di Mary Rivers
Danny Huston nel ruolo di Michael
Carly Nahon nel ruolo di Cathy
Nick Nichols (II) nel ruolo di Ragazzo
Claire Pakis nel ruolo di Laura
John Rubinstein nel ruolo di Ginecologo
Eddie Marsan nel ruolo di Reverendo John
Melissa Leo nel ruolo di Marianne
Marc Musso nel ruolo di Freddy Marc Thomas Musso
Teresa Delgado nel ruolo di Gina
Clea DuVall nel ruolo di Claudia
Tony Vaughn nel ruolo di Al
Anastasia Herin nel ruolo di Dolores
Annie Corley nel ruolo di Trish
Carlo Alban nel ruolo di Lucio
Catherine Dent nel ruolo di Anna
Denis O'Hare nel ruolo di Dottor Rothberg
Paul Calderon nel ruolo di Brown
 
 

SCENEGGIATORE

Arriaga, Guillermo
 

MONTAGGIO

Mirrione, Stephen
 

SCENOGRAFIA

Broch, Brigitte
 

COSTUMISTA

Stewart, Marlene

TRAMA

Un incidente unisce i destini di tre persone: Paul, Jack e Cristina. L'amore, la vendetta, la redenzione si intrecciano. 21 grammi è il peso che si perde quando si muore, forse il peso dell'anima.

CRITICA

"Lascia frastornati '21 grammi', secondo film del regista di 'Amores perros', il messicano Alejandro González Iñárritu. Il quale adegua la regia ai virtuosismi del super-cast (Sean Penn, Benicio Del Toro e Naomi Watts, la biondina di 'Mulholland Drive') portando un plot già incandescente verso livelli intollerabili di retorica e manipolazione. (...) perché nessuno possa accorgersi che ha pescato la trama in 3 o 4 romanzi Harmony, il regista mescola le carte saltellando avanti e indietro nel tempo fino a esasperare definitivamente lo spettatore già inorridito da urla continue, foto livida, panoramiche convulse, trucco veristico, gigionerie da Actor's Studio. E il bello è che questo grandguignol è stato accolto con gran rispetto e pochi fischi dalla platea di addetti ai lavori, intimidita e ricattata da tanto dolore (fasullo). Mah". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 settembre 2003) "I personaggi del film rischiano di esigere spazi troppo vistosi all'interno di una storia che trabocca di eccessi e di coincidenza insistite. (...) Effetti forti, sentimenti gridati, uno stile di equilibrio (stentato) fra realismo duro e visionarietà. Una delusione inattesa". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 settembre 2003) "Fin dal titolo, riferito al peso che ciascuno perde nell'istante in cui tira le cuoia, il melodramma hollywoodiano del messicano Iñárritu ti lavora muscolo cardiaco e ghiandole lacrimali senza pietà, né scrupoli per la propria flagranza ricattatoria. Detto questo, è giusto riconoscere l'efficacia della narrazione a mosaico, che mescola i diversi piani temporali (come nel film che rivelò il regista, 'Amores perros') e ripete gli stessi avvertimenti spostandone leggermente l'ottica, nonché le più che onorevoli interpretazioni di tutto il cast all-star". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2003) "Programmato alla Mostra di Venezia nella distraente confusione dell' ultimo giorno, '21 grammi' strappò per Sean Penn la Coppa Volpi del miglior attore. Ma altrettanto bene avrebbe fatto la giuria pilotata dall'esperto Mario Monicelli premiando gli altri due protagonisti, Naomi Watts e Benicio Del Toro, che insieme al laureato formano un terzetto esplosivo. Nel primo film girato in Usa dal messicano Alejandro González Iñárritu di 'Amores Perros', l'intensa partecipazione degli interpreti salda e giustifica una costruzione rapsodica dove si fondono passato e presente. I ritorni all' indietro risultano innestati sull'arco di un'agonia nella quale il ricoverato terminale è destinato a perdere i 21 grammi che pare siano il peso corporeo pagato da noi umani alla morte. (...) Per definire il film si potrebbe ricorrere alla paradossale formula delle 'convergenze parallele', l'espressione coniata da Aldo Moro. Le esistenze dei personaggi potrebbero non intrecciarsi mai e invece la collusione si verifica con tragiche conseguenze. Disperato, crudo e rigoroso, '21 grammi' pretende anche dallo spettatore il coraggio che ha sorretto l' ispirazione degli artefici; ma solo per scoprire che niente ci è estraneo, pur trasportato sul registro sovracuto, di ciò che travaglia l'animo dei personaggi. Pur essendo difficile trovare un precedente per un simile film, il nome che viene in mente è quello di Stroheim. '21 grammi' come 'Greed', vedremo se il futuro di Iñárritu ci confermerà nella scelta di aprirgli un credito in termini tanto impegnativi." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 gennaio 2004)

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