SCHEDA FILM

007 - Vendetta privata

Anno: 1989 Durata: 141 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:AVVENTURA, AZIONE, SPIONAGGIO, THRILLER

Regia:John Glen

Specifiche tecniche:SCOPE, 35MM (1:2.35)

Tratto da:ispirato al personaggio ideato da Ian Fleming

Produzione:ALBERT R. BROCCOLI, MICHAEL G. WILSON

Distribuzione:UIP - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI), DVD: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (2008)

ATTORI

Timothy Dalton nel ruolo di James Bond
Carey Lowell nel ruolo di Pam Bouvier
Robert Davi nel ruolo di Franz Sanchez
Talisa Soto nel ruolo di Lupe Lamora
Anthony Zerbe nel ruolo di Milton Krest
Frank McRae nel ruolo di Sharkey
David Hedison nel ruolo di Felix Leiter
Wayne Newton nel ruolo di Professor Joe Butcher
Benicio Del Toro nel ruolo di Dario
Caroline Bliss nel ruolo di Miss Moneypenny
Desmond Llewelyn nel ruolo di Q
Everett McGill nel ruolo di Ed Killifer
Pedro Armendariz Jr. nel ruolo di Presidente Hector Lopez
Robert Brown nel ruolo di M
 

SOGGETTO

Fleming, Ian
 

MUSICHE

Kamen, Michael
 

MONTAGGIO

Grover, John
 

SCENOGRAFIA

Lamont, Peter
 

COSTUMISTA

Tillen, Jodie Lynn
 

EFFETTI

Kittle, Thomas

TRAMA

In un piccolo Stato dell'America Centrale, Franz Sanchez, signore assoluto di un vero impero della droga, il giorno delle nozze ha fatto violentare e uccidere la moglie di Felix, un agente amico e collega di James Bond. Rimasto gravemente ferito anche Felix, Bond decide di agire per proprio conto, poichè il suo capo gli ha tolto la licenza di uccidere, essendo questi fatti di competenza della CIA. Nell'impresa Bond sarà in parte aiutato dalla giovanissima Lupe Lamora, amante di Sanchez e ormai disamorata di questi e, in pari tempo, dalla graziosa ed impavida agente Pam Bouvier. Contornato dai suoi fidi, Sanchez ha vita dura: Bond penetra nella raffineria della droga e poi riesce ad introdursi nel principale luogo di distribuzione della droga, proprio mentre una delegazione cinese sta stipulando un accordo con il boss. Innumerevoli le peripezie, le imprese pazzesche su velivoli e su grosse autocisterne, lanciate attraverso le fiamme. Bond e Pam riescono nell'intento: Felix è vendicato, Sanchez ucciso e la sua organizzazione miliardaria distrutta.

CRITICA

"Aggiornato ai tempi di Rambo, l'agente segreto ha perso il fascino originario, è diventato uno dei tanti superman bombaroli degli schermi del Duemila, anche perché Dalton non sembra credere troppo a questa fiera dell'inverosimile pagata decine di milioni di dollari, per assicurare effetti ed effettacci, insieme però ad alcuni vistosi cali di tensione. Nel corso di oltre due ore si mette in luce il perfido Robert Davi, che fu allievo di bel canto a Firenze con Tito Gobbi e qui porta tremendi mocassini intrecciati, alleva giovani manigoldi, maneggia cinquecento chili di neve colombiana e disintegra per aria, terra e mare il colore dei soldi." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 15 Settembre 1989) "In Gran Bretagna il film è vietato ai minori di 15 anni per eccesso di momenti violenti e cruenti, ma s'ha l'impressione che all'edizione italiana siano stati apportati diversi tagli e taglietti per smussare le asprezze. Sempre più spinto a imitare Superman, Timothy Dalton se la cava nell'azione anche con l'aiuto di acrobatiche controfigure, ma quand'ha da recitare sul registro dello snobismo ironico è a disagio. Meglio di lui funzionano Robert Davi, un cattivo efficace e, nella parte dell'intraprendente e coraggiosa Pam Bouvier, una ex modella di nome Carey Lowell dal longilineo sessappiglio." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 20 Settembre 1989) "Non cambia, per fortuna, l'abilità del regista John Glen (che è al suo quinto Bond-film) nelle sequenze avventurose, girate con grande esagerazione, inventiva e precisione. Dinamico e divertente, il film non è tratto da un romanzo di Ian Fleming (le cui opere cinematografabili si sono ormai esaurite nonostante la scoperta d'una quantità eccessiva di inediti), ma utilizza elementi d'un paio di racconti e di 'Live and Let Die' ('Vivi e lascia morire'); è girato in Messico, in quei Churubusco Studios di Città del Messico che costituiscono ora una gran risorsa per i produttori che vogliono spendere meno e far bella figura. Timothy Dalton-James Bond resta un poco rigido, ma non è male. La banda di narcotrafficanti latinoamericani padroni del Paese, del governo corrotto e del suo Presidente, è, più che credibile, sinistramente realistica." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 Settembre 1989)

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