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Ogni maledetto Natale: la famiglia Colardo

19 novembre 2014

Conciati per le Feste

"Non siamo l'anti-cinepanettone, facciamo ritratto di un momento folle dell'anno", dicono Torre-Ciarrapico-Vendruscolo. Che dopo Boris ci invitano per Ogni maledetto Natale

"Non avevamo nessuna intenzione di prendere in giro il cinepanettone. Anche perché quella è un tipo di commedia che vive di meccanismi che conosciamo poco per poterli scardinare. Volevamo semplicemente raccontare una storia, ambientata a Natale". Così Giacomo Ciarrapico introduce Ogni maledetto Natale, film corale che 01 distribution porterà nelle sale dal 27 novembre in circa 250 copie, scritto e diretto da quest'ultimo insieme ai sodali Mattia Torre e Luca Vendruscolo, già creatori della fortunata serie Boris e dell'omonimo film arrivato sugli schermi nel 2010. "Stavolta abbiamo voluto fare un ritratto di un momento folle dell'anno, mettendo a confronto due realtà opposte alienate dal Natale", dice Mattia Torre. "A Natale, d'altronde, il tentativo è quello di sopravvivere", aggiunge Luca Vendruscolo, che spiega: "E' un momento in cui il tempo si ferma, oggi ovviamente accentuato dalle varie nevrosi contemporanee. Per rappresentare questa cosa abbiamo scelto di affidarci a molti personaggi, mostruosi e deformi se si vuole, e per farlo abbiamo avuto la fortuna di avere con noi attori non banali, altrimenti il rischio di portare avanti una storia corale come questa era quello di perdere di vista l'orizzonte".Il pretesto della storia è dato dall'incontro tra i giovani Giulia (Alessandra Mastronardi) e Massimo (Alessandro Cattelan): è amore a prima vista, ma da lì a poco sopraggiunge il Natale. Il loro rapporto sopravviverà all'incontro con le rispettive famiglie? Da una parte i Colardo, in una Tuscia immaginaria, creature emerse dalla terra che sembrano lottare contro le tenebre, dall'altra i Marinelli Lops, miliardari in un sontuoso palazzo del centro di Roma, ma completamente fuori dal mondo. Ad interpretare i rispettivi familiari dei due ragazzi, lo stesso gruppo di attori chiamato alla sfida del doppio ruolo: Francesco Pannofino e Laura Morante sono i genitori, Aldo/Marc'Antonio e Maria/Ludovica, Marco Giallini è lo zio Fano/Pierre, Valerio Mastandrea il fratello Tiziano/Baldovino, Caterina Guzzanti la sorella Antonella/Tiziana, poi Corrado Guzzanti prima zio Sauro poi domestico filippino Benji, Stefano Fresi e Andrea Sartoretti prima fratelli Rino e Gaetano, poi poliziotti intervenuti in seguito ad un tragico incidente a casa Marinelli. La follia "animalesca" di casa Colardo come contraltare dell'ipocrisia impettita che abita l'altro contesto: entrambi portati alle estreme conseguenze la sera della Vigilia e il giorno di Natale. "Ma il problema vero, dice Valerio Mastandrea, è quello del ruolo che ognuno di noi ricopre durante le feste comandate: finché sei figlio, fino ad una certa età, il Natale è una cosa, poi crescendo lo snobbi, poi diventando padre magari ne riscopri alcuni aspetti. La vera difficoltà, piuttosto, è quella di dover accettare di essere per forza sereno. Solo perché l'ha stabilito una data". Poi c'è anche chi, per non rischiare situazioni al limite, durante le Feste preferisce lavorare: "A Natale sono a teatro per evitare rotture di scatole", dice Pannofino, che torna a lavorare con i registi di Boris: "Stavolta la cosa bella è stata quella di fare il doppio ruolo, senza ricorrere a chissà quali trasformazioni eclatanti. Sembra di fare due film". Laura Morante invece approfitta del Natale per ritrovarsi con la numerosa famiglia, "ormai è rimasta l'unica occasione per rivederci tutti". E sul film non ha dubbi: "Naturalmente mi sono divertita di più ad interpretare Maria Colardo, da una parte per il travestimento, dall'altra perché credo che alla base della recitazione ci deve sempre essere un minimo di follia. E la pazzia dei Colardo l'ho adorata, persone che davvero sembrano scaturire dalle viscere della terra". Divertimento che ha contagiato anche Corrado Guzzanti: "L'idea più interessante credo sia stata quella di descrivere il Natale come una sorta di disgrazia, in alcuni momenti sembra di assistere ad un film di Sam Raimi in cui si scopre che è la festa del demonio, oppure può venire in mente L'angelo sterminatore di Bunuel, con tutti i protagonisti chiusi in una stanza e impossibilitati ad uscire...".La parola d'ordine, come in Boris del resto, è cattiveria: "La cattiveria è un ingrediente della comicità dai tempi di Aristofane - dice Vendruscolo -. La cosa giusta è non usarla a chili, come il buonismo d'altra parte. Si tratta di fare satira di costume, offrire una visione della relazione tra gli uomini e metterne alla berlina alcuni aspetti". E come si è arrivati alla decisione di gettare nella mischia di un cast così navigato anche Alessandro Cattelan, volto noto del piccolo schermo prima grazie a Mtv e oggi conduttore di XFactor? "Lo abbiamo chiamato quasi per sfida - racconta ancora Vendruscolo - e approfittando del fatto che lui fosse un po' ignaro di come funzionavano certe cose gli abbiamo fatto un provino di 8 ore. Ci ha stupiti, poi però siamo tornati scettici sul fatto di coinvolgerlo e allora gli abbiamo fatto fare un altro provino di 4 ore e poi un altro ancora. Ma non è riuscito a convincerci che non fosse adatto, e la cosa buffa è che non ha nessuna ambizione di fare l'attore". "Faccio un altro lavoro, è vero - aggiunge Cattelan - ma non ho nessun problema a rischiare, a mettermi in gioco, solo se credo che ne valga la pena però. Sono da sempre un fan di Boris, quindi perché no? E comunque non credo che il giorno più brutto dell'anno sia il 25 dicembre, ma quello della sosta del campionato di calcio".

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