NEWS a cura di Cinematografo.it

Non escludo il ritorno

29 ottobre 2014

Califano è tornato

Dal 6 novembre nelle sale Non escludo il ritorno, il biopic sul cantautore romano. Il regista Stefano calvagna: "Un film per ricordarlo degnamente"

"Mi accorgerò di essere vecchio solo cinque minuti prima di morire", le parole di Franco Califano impresse sullo schermo racchiudono gran parte del film Non escludo il ritorno di Stefano Calvagna, presentato quest'oggi al Cinema Barberini (Roma), in presenza del regista e di alcuni interpreti. Oggetto del racconto è la terza vita dell'artista, in quanto "per fare tutta la vita non bastavano sei puntate, ho scelto la terza, perché racchiude un po' tutto". Racchiude anche i suoi cambiamenti di quel periodo e la sua carriera, che dopo l'apice ha visto dei momenti bui, con il tentativo negli ultimi anni di tornare alla ribalta. Mutamenti che riguardano anche la malattia di Califano e in particolare "il suo rapporto con la morte e la religione - racconta il protagonista Gianfranco Butinar - lo ha migliorato proprio nell'ultimo periodo". Si tratta di "un film concepito per ricordare degnamente Franco", dichiara il regista Calvagna chiarendo le intenzioni alla base dell'operazione, focalizzata sulla persona Franco, la sua vita, i suoi affetti. Attraverso l'utilizzo dei suoi oggetti personali, occhiali, vestiti, scarpe, orologi, ma anche l'arredo della sua casa, "abbiamo cercato di rappresentarlo al meglio, volevamo anche la sua villa, ma purtroppo era già stata riaffittata e quindi ne abbiamo cercato una abbastanza simile".A prendere le sembianze del cantautore italiano il suo amico Gianfranco Butinar, un imitatore che però ha dimostrato di avere un legame più forte col suo personaggio, che gli ha permesso di farne non una versione parodica, ma degna dell'artista, nonostante l'evidente trucco, necessario anche per la differenza di età fra i due. L'attore racconta: "Sono stato chiamato e mi hanno detto solo tu lo puoi fare, solo tu! Io non volevo, perché non è il mio mestiere, però interpretare Califano, ce l'ho nelle viscere, l'ho vissuto molto di più di mio padre". Difatti, i due si sono incontrati nel 1991, in un locale, in cui Califano aveva tenuto un suo spettacolo, da allora è nata una grande amicizia che è durata per tanti anni.In merito alla trama l'attore conferma anche la veridicità della storia raccontata da Calvagna: "È tutto vero a parte qualcosa, ma per il resto è tutto vero". A essere romanzata è stata la scena della morte di Califano, lo stesso regista conferma di aver voluto evitare di narrare cinematograficamente quell'episodio, una crisi respiratoria avvenuta nel bagno della sua villa, e per questo ha ricreato una circostanza con particolari cari al cantautore, ad esempio una rappresentazione dell'inverno, stagione da lui amata. Sulla nascita del progetto interviene sempre il regista Calvagna, il quale racconta che l'idea su questo film c'era da molto tempo, già dopo aver curato la regia del concerto dei suoi 70 anni, Califano in persona gli aveva espresso questo desiderio, accanto a un altro film, una commedia, che narrasse la vita in carcere, per cui, aveva sottolineato l'artista, ci sarebbe stata la prospettiva di uno che in carcere c'era stato e sa come funziona davvero. Il film sulla sua vita sarebbe stato L'ultimo concerto, che in realtà Calvagna aveva scelto come titolo provvisorio del suo film, che poi ha preferito sostituire con Non escludo il ritorno, frase che Califano ha voluto incisa sulla sua tomba. Nel complesso un film veritiero che però lascia intravedere alcune imprecisioni, che il regista giustifica con le poche risorse e il basso budget a disposizione, trattandosi di una produzione indipendente. "Questa ristrettezza – chiarisce Calvagna - ha avuto anche un pregio, quello di rappresentare meglio questo senso di malinconia presente nel film". E sulla mancata partecipazione del film al Festival di Roma, il regista conferma: "Non l'ho presa bene. Califano al Festival poteva starci, si poteva trovare un'ora e mezza per Califano, ma chiudo qui, perché non voglio alimentare la polemica". Nonostante la pellicola non sia stata accolta dal Festival, gli interpreti del film hanno dimostrato un grande rispetto nei confronti del regista e del lavoro svolto ribadendo di essere riusciti a fare davvero tanto con pochi mezzi e con solo due settimane e tre giorni di riprese. L'attore Franco Oppini in merito ha dichiarato che"Calvagna riesce a girare con grande lucidità, ha le idee chiare di un regista che sa ciò che vuole". In chiusura sono stati annunciati i prossimi appuntamenti riguardanti il film, in particolare questa sera alle otto sarà accolto da Piazza Vittorio (Roma) per una proiezione sotto le stelle aperta a tutti, e il 4 novembre per un'altra anteprima a Ostia, per poi arrivare in sala dal 6 novembre.

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