NEWS a cura di Cinematografo.it

Thelma Schoonmaker

02 settembre 2014

La maga Thelma

La Schoonmaker riceve oggi il Leone d’Oro alla Carriera. L’artista del montaggio nelle parole di Martin Scorsese

A diciannove anni di distanza dal Leone d'oro a Martin Scorsese, è giunto il momento che anche la sua storica montatrice Thelma Schoonmaker riceva lo stesso premio alla carriera. Meritatissimo perché, come sottolinea il regista, "lei è la mia donna di fiducia: sente la temperatura emotiva del film, trova sempre la ripresa migliore e plasma le interpretazioni degli attori a meraviglia". Nata ad Algeri il 3 gennaio 1940, Thelma incontra Martin nel 1963, durante i corsi di cinema alla New York University e, in seguito, monta per lui Chi sta bussando alla mia porta? (1967). Lavorano insieme a Woodstock – Tre giorni di pace, amore e musica di Michael Wadleigh (1970) e poi si separano: lui ai film, lei ai documentari. Si ritrovano dieci anni dopo sul set di Toro scatenato (1980) e da allora, professionalmente, non si lasciano più. Secondo Scorsese, la forza della Schoonmaker, unica artista del montaggio a ricevere il Leone, "è la dedizione per la natura del progetto in sé. Resta focalizzata sull'idea che sta dietro alla creazione del film e ciò di cui tratta. S'impegna su ciò che voglio fare e su come arrivarci tramite il girato a disposizione." Dal canto suo, Thelma, che, grazie al regista di Casinò ha vinto tre Oscar (per Toro scatenato -che lei chiama "my baby"-, The Aviator e The Departed) e conosciuto il marito (il grande cineasta Michael Powell), ha conferito uno stile inconfondibile alle pellicole di Scorsese. Quando le hanno chiesto "Ma come ha fatto una signora deliziosa come lei a lavorare sui film di gangster senza impressionarsi?", lei ha soavemente replicato "Beh, non erano violenti prima che li montassi io". Touché. Al momento, in attesa dell'annunciato Silence, Thelma sta ultimando il primo film non scorsesiano da quasi vent'anni (Learning to Drive di Isabel Coixet, che sarà a Toronto), ma la mancata nomination per il suo stupefacente (in tutti i sensi) lavoro su The Wolf of Wall Street è una vergogna che l'Academy si porterà dietro a lungo.Per capire cosa la renda così speciale bisogna cedere di nuovo la parola a Scorsese: "Thelma è una figlia degli anni Sessanta e penso che non abbia mai perso quel modo di vedere il mondo, né quell'apertura mentale. Ciò che le importa è l'arte. A volte facciamo un buon film, a volte no: in ogni caso, lei lo difenderà fino alla morte. È un'ottima alleata e se mi vede sotto pressione dice: "Non cedere. Ne usciremo vivi anche stavolta. Con Thelma, in sala di montaggio, passo i momenti più faticosi, ma anche i più belli".

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