NEWS a cura di Cinematografo.it

99 Homes

29 agosto 2014

Casa agra casa...

"E' un film sul diavolo, con ritmo gangster e scopo sociale": Ramin Barhani in Concorso, con Andrew Garfield, Michael Shannon e la crisi edilizia

Bolla edilizia, mutui, proprietari sfrattati, speculazione per pochi e miseria per tanti: Orlando, Florida, ma potrebbe essere altrove. E' 99 Homes, diretto dall'aficionado del Lido Ramin Barhani (dall'esordio Mash Push Cart del 2005 a At Any Price del 2012), interpretato da Andrew Garfield, Michael Shannon e Laura Dern, in Concorso a Venezia 71. "E' un argomento che conoscete bene anche in Italia, un argomento globale: questo tipo di corruzione è sistemico nel mondo, chi fa i crimini va sottobraccio al governo. Siamo stati tanto tempo in Florida, vicino ad avvocati che si occupano di frodi, nei motel della classe media, con persone che vivono in case incredibili e i poveretti  in stamberghe. Ero confuso dal livello di corruzione, mi scoppiava la testa, per fortuna ho avuto due attori grandissimi che hanno fatto ricerche pure loro per entrare nel personaggio", dice Barhani. ma aggiunge: "E' quasi impossibile sopravvivere al mondo senza farsi corrompere, quasi tutti siamo corrotti, anche io, ma almeno quando si è giovani la corruzione ancora non esiste". Se Shannon, nel ruolo di uno scaltro immobiliarista, ha incontrato "chi fa quel che fa il mio Mike nel film", Garfield si è "concentrato sulla parte delle vittime: mi ha stupito quanto volontariamente sia vulnerabile la gente e insieme quanto sia disposta a condividere le proprie storie, perché è ingiusto, irrazionale quanto le è successo. E' impossibile fare un film così senza onorare le persone che questa cosa la sperimentano ogni giorno, sulla propria pelle". Il focus sul Mike di Shannon lo mette Barhani: "Fa parte del sistema, non è una persona cattiva, viene dalal classe operaia e anche lui deve sopravvivere. Dal '79 i regolamenti sono cambiati, meglio, la deregulation attraverso la lobby dei costruttori ha portato benefici solo ai ricchi, sia per colpa dei democratici che dei repubblicani, e ha portato alla crisi finanziaria e edilizia che dalla Florida si è estesa in tutto il mondo. Nessuno è finito in prigione per questo, il sistema è fatto per chi vince e la gente s'è stancata. Questo è il pugno allo stomaco del film, il 99% delle persone in sala la pensano così:  è ora di cambiare". E, si chiede Shannon, "quale è il gioco da vincere per essere dei vincenti? Una domanda che sconvolge. Io non ho proprietà immobiliari, ho sempre pensato con sospetto a mutui e ipoteche, me ne tengo alla larga. E sono sempre sospettoso degli agenti immobiliari, ora anche di più". Viceversa, Garfield ha "preso una Vespa con i miei guadagni… Sono vicino a questa storia perché mio padre è un businessman e sono diventato allergico a quel che faceva, non sono stato in grado di assorbire il suo mondo… A  parte gli sforzi dei personaggi, il  sistema è fatto per derubarti senza ricorrere a parola furto: una situazione universale, siamo toccati da situazioni simili a questa, da genitori con la paura di non saper che mettere nel piatto ai figli". E Barhani sottoscrive: "E' un film sul diavolo, con il ritmo di un gangster movie e uno scopo sociale, tra Training Day, Faust e Wall Street, e non è stato difficile trovare finanziamenti. Una storia di emozioni, per me personale, mi interessava la sensazione emotiva, riguarda personaggi". A cofirmare la sceneggiatura Amir Naderi che Barhani "mio fratello e leggendario regista: è quasi una statua qui a Venezia, un leone. Non ho imparato della vita e del cinema come da quest'uomo". Dopo aver ricordato di "non aver visto mai tante armi come in Florida, sembrava il Far West", Barhani spiega perché 99 Homes è dedicato allo scomparso critico americano Roger Ebert – "Ho condiviso tanto con lui, eravamo amici" – e conclude: "Spero che il mondo non svanirà in un unico osceno selfie finale: sta a voi mettere fine a questo processo".

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