NEWS a cura di Cinematografo.it
28 agosto 2014
Iran: femminile, plurale
"Le nostre donne resistono, dunque vincono", dice la regista Rakhshan Banietemad. In Concorso a Venezia 71 con Tales
"I racconti costruiscono la struttura del film, volevo racconti in sinergia tra loro: il cinema è riflesso della vita stessa, e qui ci sono vari momenti, gioie, dolori, emozioni". Parola della regista iraniana Rakhshan Banietemad, la signora del cinema iraniano, che porta in Concorso a Venezia 71 Tales ("Racconti"), film a incastro sulla vita attuale in Iran, tra condizione femminile, licenziamenti, storie d'amore, tentati suicidi, povertà, repressione e burocrazia asfittica. La regista confessa di aver avuto "difficoltà a girarlo, ma sono le stesse di ogni film: oggi la gioia per averlo realizzato è superiore, non voglio parlare di difficoltà". Focus privilegiato quello sull'universo femminile: "La vita di una donna iraniana, qualunque sia la sua posizione sociale o politica, è all'insegna della resistenza. E questa resistenza, tra mille difficoltà, rende la donna vincente". Tra i personaggi del film troviamo quelli già visti negli altri titoli della regista, più alcuni altri affidati a giovani interpreti, tra cui Peiman Moadi già in About Elly e Una separazione di Asghar Farhadi: "La vittoria di premi, quali quelli di Una separazione, incoraggiano registi, attori e produttori a proseguire per la propria strada, però la storia, il prodotto deve essere innanzitutto accettato in Iran, deve riflettere la vita del popolo. Sì, una storia per diventare universale per prima cosa deve essere accettata dal popolo in cui è ambientata". Ma Tales avrà una distribuzione in Iran? "Fortunatamente, crediamo che in autunno arriverà nelle sale iraniane, ed è un principio – spiega la regista – che ho sempre seguito: se non sono sicura che venga proiettato all'interno del mio Paese, non lo faccio partecipare il film a festival internazionali".Altro elemento centrale nel film è la difficile situazione economica del Paese: "E' critica per l'embargo che ha penalizzato il popolo iraniano. I problemi a livello finanziario sono dovuti all'embargo e ricadono sul nostro popolo: i bambini malati di cancro, sclerosi pagano le conseguenze dirette dell'embargo e, mi dispiace dirlo, quando la comunità internazionale si accorgerà delle conseguenze delle proprie decisioni? Chi deve risarcire il popolo iraniano dei danni subiti?". Progetto di lunga gestazione, ma poi realizzato in tempi brevi e "non prodotto in sotterranei", Tales ha l'ambizione dell'affresco sociale e intimo insieme: "Credo che le persone invisibili, che non hanno volto voce e tribuna, nella loro invisibilità si incontrino nei momenti di difficoltà. Persone che non si conoscono si incontrano, vedono, lasciano, e così si costruisce società: i loro sentimenti, amori e dolori si scambiano, penetrano ognuno nel cuore dell'altro e trovano punti comuni nei loro destini".
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