NEWS a cura di Cinematografo.it

Andy Serkis e Matt Reeves sul set di Apes Revolution

31 luglio 2014

Quei due scimmiati di Matt e Andy

368 milioni di dollari nel mondo, 420mila euro all'esordio in Italia, Apes Revolution ha due assi: il regista Reeves e l'attore 2.0 Serkis

368 milioni di dollari in tutto il mondo (178 milioni solo negli Usa), 420.792 euro all'esordio in sala di ieri in Italia: Apes Revolution – Il pianete delle scimmie si candida a un posto al sole tra i blockbuster dell'estate. Sequel de L'alba del pianeta delle scimmie (2011, regia di Rupert Wyatt), è il secondo capitolo della trilogia reboot, che vuole dare nuovo lustro a una saga che tra cinema e tv è in piedi dal 1968, quando dal romanzo di Pierre Boulle Schaffner portò sul grande schermo l'originario Pianeta con Charlton Heston. Alla regia Matt Reeves (Cloverfield, Blood Story e Felicity in carnet), che dirigerà anche il terzo capitolo già in cantiere per il 2016, a farla da padrone sono performance e motion capture, oltre al 3D nativo, affidati alla Weta Digital e alla superlativa prestazione dell'attore 2.0 per antonomasia, Andy Serkis (Gollum, King Kong) che ritorna nelle lunghe leve e nei peli di Cesare. Nel cast anche Jason Clarke (Mlacolm), Gary Oldman (Dreyfus) e Keri Russell, lo scontro conosce variazioni multiple: scimmie contro scimmie (Cesare vs il bonobo Koba), uomini contro uomini (Malcolm vs Dreyfus), scimmie contro uomini. "Cesare è il personaggio più empatico del film, sta a cavallo tra due popolazioni e culture, tra uomini e scimmie, e ci invita a meditare sulle cause e gli effetti della violenza", sottolinea Reeves, che si e ci interroga sul senso di Apes Revolution: "Queste scimmie intelligenti e parlanti non siamo forse noi? E questa fantascienza non è forse un documentario sul nostro futuro prossimo? Di certo, la sci-fi apre al character drama, allo studio psicologico, perché gli animali che prendono il potere sono gli umani, e chi se no?". Fondamentale, per il regista newyorkese classe 1966, è "il punto di vista: il film si apre e si chiude sugli occhi di Cesare, la sua prospettiva empatica lo percorre interamente, dobbiamo sentirlo vicino, dobbiamo sentirci lui per seguirne l'evoluzione. Ne L'alba del pianeta delle scimmie era un rivoluzionario alla Che Guevara, qui si erge a Mosè del suo popolo, ma il Padrino don Vito Corleone non gli è estraneo". Reeves elogia, e come altrimenti, Serkis, "un attore incredibile, che per Cesare ha dato tutto, emozioni e lacrime: lui e gli altri interpreti delle scimmie con performance e motion capture possono scrollarsi di dosso il proprio corpo, una fisicità costringente per un'inedita libertà espressiva". Gli fa eco l'attore inglese: "La performance capture in location, in esterni è stata impiegata come mai prima in un film: i risultati sono sorprendenti". Prossimamente Serkis porterà sul grande schermo Il libro della giungla "in versione dark" impiegando performance e motion capture, animazione e live action, nonché La fattoria degli animali, ma fuori dal set che rapporto ha con la tecnologia? "Sono stato fortunato a essere un precursore di queste tecnologie al cinema, ma nella vita di tutti i giorni non sono hi-tech: sono molto lento con sms e tastiera e con i 140 caratteri di Twitter proprio non ce la faccio…".

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