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09 luglio 2014

Che cinema fa?

Rapporto 2013 chiama, il sistema Italia risponde: da Maffeis a Borrelli, da Occhipinti a Letta, ecco lo stato dell'arte

"Aiuta a leggere le tante difficoltà della crisi alla luce dei riconoscimenti internazionali al nostro cinema, dà stimolo alla politica per il sostegno al settore e illustra le linee di tendenza del comparto: questo Rapporto è un nuovo, rinnovato impegno civile". Così Ivan Maffeis, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, presenta il Rapporto 2013 Il Mercato e l'Industria del Cinema in Italia, edito da FEdS in collaborazione con la Direzione Generale per il Cinema del MiBACT. Ecco alcuni dati essenziali del Report: •Un'annata eccezionale. La quota degli incassi registrati dalle pellicole italiane ritorna al 30% del totale, risalendo rispetto alla violenta flessione del 2012 che l'aveva vista fermarsi al 25%. Il 2013 è stato un anno storico per il cinema italiano per almeno due ragioni: il film di Paolo Sorrentino La grande bellezza ha vinto l'Oscar come miglior film straniero; Sole a catinelle di Checco Zalone ha fatto registrare il record assoluto di tutti i tempi in termini di incassi e presenze al cinema per un'opera italiana (8 milioni di spettatori nei primi tre mesi e un incasso totale di 51,83 milioni di euro).•Distribuzione in crescita. In aumento dal 2010 il numero dei titoli distribuiti. In particolare, nel circuito Cinetel, tra il 2012 e il 2013 si è passati da 833 a 979 pellicole (+13,7%).•Il boom dei debutti. È questo il fronte caldo della competizione internazionale, ma l'Italia risponde bene. Nel 2013 le prime opere uscite nel circuito Cinetel hanno toccato quota 453, rispetto alle 364 del 2012 con un incremento del 24,79%.•Addio Cinema Paradiso. Prosegue la crisi dei monosala. Nel 2006 erano 713. Nel 2013 sono passati a 530. In merito agli incassi, dal 2006 al 2013, i monosala hanno perso il 39,4%.•Il crollo degli investimenti. Nonostante la spinta in avanti dell'attività produttiva, in un solo anno (tra il 2012 e il 2013) gli investimenti sono calati da 493,1 a 357,6 milioni di euro.•Quanto costa fare un film. Il costo medio di un film in Italia si aggira intorno ai 2,1 milioni di euro. La spesa media scende a 1,69 milioni per le pellicole al 100% nazionali.•Il Fus in calo. Il sostegno finanziario (diretto e indiretto) del Fondo Unico per lo Spettacolo destinato al cinema cala ancora a 91 milioni di euro (erano 99,7 milioni nel 2012 e 137,7 milioni nel 2007).A confrontare e confrontarsi su questi dati, riassunti dal curatore del Rapporto Redento Mori in un elogio alla "vitalità del nostro cinema", tanti protagonisti del comparto, a partire dal dg Cinema del Ministero Nicola Borrelli: "Smettiamola di parlare di crisi del cinema italiano: è un luogo trito e ritrito, perché nonostante il calo degli investimenti il comparto funziona, e il mondo politico ultimamente s'è reso conto dell'importanza del settore". Due, suggerisce l'ad di Istituto Luce – Cinecittà Roberto Cicutto, i temi da inserire nel prossimo Rapporto: "Ottimismo per la distribuzione all'estero, l'esportazione del nostro cinema; grido di dolore per la distribuzione delle opere prime e seconde", mentre Marcello Foti, direttore del CSC – Cineteca Nazionale, sottolinea "il dato in controtendenza del cinema rispetto all'andamento negativo del consumo culturale: ora vanno intercettati i bisogni dei giovani e va incontrato un nuovo pubblico". Se il direttore artistico del Festival di Roma Marco Müller evidenzia "il valore di questa e altre manifestazioni per il mercato cinematografico", il presidente dei distributori dell'Anica Andrea Occhipinti stigmatizza "un numero troppo elevato di opere prime: bisogna produrne di meno e mettere più risorse per la loro distribuzione, perché ci sono troppi film sprecati, invisibili. Non solo, la stagione oramai dura da ottobre a marzo, con tante commedie che si assomigliano, e il resto dell'anno non c'è quasi nulla". Ancora, Domenico Dinoia, presidente FICE, polemizza: L'economia delle sale non sta più in piedi: gli incentivi per l'esercizio sono insufficienti", mentre Giampaolo Letta, ad Medusa Film, evidenzia "il problema industriale nelle vendite internazionali del nostro cinema; la necessità di una selezione più stringente per le opere prime e seconde; una migliore ripartizione del FUS, nella speranza non cali ulteriormente; il problema degli over the top, ovvero Google, Amazon e altri giganti, che utilizzano illegalmente i contenuti e per cui non c'è equità fiscale". 

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