NEWS a cura di Cinematografo.it

L'arbitro

27 agosto 2013

Fischio d'inizio al Lido

"Altro che presa in giro, è un atto d'amore per il calcio", dice il regista Paolo Zucca. Che apre la Mostra con L'arbitro Stefano Accorsi

"Sono un  arbitro estremamente intransigente, profondamente ambizioso, ma chiederò una mano alla persona sbagliata, accettando compromessi e soldi. E allora dalla finale di Champions League  mi ritroverò condannato a quella della terza categoria in Sardegna". Parola di Stefano Accorsi, protagonista de L'arbitro, diretto dall'esordiente Paolo Zucca e in cartellone (pre-apertura) alle Giornate degli Autori della 70. Mostra di Venezia. Nel cast anche Geppi Cucciari, Jacopo Cullin, Alessio Di Clemente, Marco Messeri, Francesco Pannofino e Benito Urgu, il film girato in bianco & nero è prodotto da Amedeo Pagani e arriverà nelle nostre sale il 12 settembre con Lucky Red: alla storia del fischietto Cruciani (Accorsi), si intreccia la singolare, grottesca tenzone tra la forte squadra del Montecrastu e il povero Atletico Pabarile, allenato da un mister cieco (Urgu) e forse salvato dal giovane emigrato Matzutzi (Cullin) che fa ritorno sull'isola. "Sono rimasto affascinato da un autore che racconta qualcosa che gli viene da una parte intima, quasi inesplorata: è un film molto personale, con uno stile così preciso, e Paolo (Zucca, NdR) è un condottiero che si ha voglia di seguire, perché ama tanto quel che fa", dice Accorsi. Se la Cucciari ironizza: "La Sardegna è un posto stupendo da cui andare via… per poi tornare", Zucca che con la co-sceneggiatrice Barbara Alberti ha espanso il suo pluripremiato corto omonimo del 2009 sottolinea come "l'arbitro è una figura cristologica, il capo espiatorio perfetto. Del resto, il calcio è religione, e qui abbiamo trovato divertente accostare una simbologia religiosa al calcio in quanto rituale". Ma, sottolinea il regista, "non avevamo alcuna intenzione di prendere in giro il calcio. Viceversa, questo è un atto d'amore". Mentre la Alberti  esulta: "Il film si può odiare o amare, ma qualcosa di così esteticamente folle non l'ho mai vista", Zucca tocca anche il tema Calciopoli, perché l'arbitro è venduto: "Ho ascoltato tutte le  intercettazioni, ho studiato molto, ma poi ho dimenticato i nomi e le vicende, rimanendo sintonizzato sulla musica, la gelatina linguistica dei truffatori. Ma ogni riferimento a fatti e persone, ribadisco, è puramente casuale".

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