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22 marzo 2013

L'atomo fuggente al Ca' Foscari

Lo Short Film Festival entra nel vivo: tra i corti in concorso oggi Yabuki machi di Mitsuaki Saito, ritorno a Fukushima

Penultima giornata del Ca' Foscari Short Film Festival. Il programma è iniziato con Eat del tedesco Moritz Krämer, incentrato sul doloroso tema dell'anoressia, una piaga nel settore delle modelle, trattato in maniera sapiente, attraverso uno sguardo distaccato che si sofferma impietoso su corpo e volto della ragazza protagonista, in una potente parabola allegorica.Il lavoro successivo è stato Son dos dias (Two Days) del regista spagnolo Andrés Lopetegui Santos, studente della scuola di cinema madrilena ECAM, che riflette sull'importanza di vivere la propria vita seguendo la massima del "carpe diem" in una forma ibrida e divertentissima.Altri toni adotta L'incertitude d'Heisenberg, cortometraggio di laurea di Richard Gérard, studente dello IAD belga, nonché ingegnere nucleare. Proprio dalla sua esperienza ingegneristica, il regista ha tratto l'ispirazione per questo lavoro, mettendo in scena un cortometraggio che ruota attorno al tema – attualissimo - del lavoro precario. La depressione economica ha inevitabilmente creato una mancanza di posti di lavoro, soprattutto fra i giovani laureati. In Europa, il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 24,4% mentre in Italia è ben oltre il 30.Fury Triumph è il secondo corto in concorso proveniente dalla prestigiosa Ngee Ann Polytechnic di Singapore. L'opera di Tan Xinwen narra il rapporto tra una giovane ragazza e suo padre, ripresi nella loro tranquilla quotidianità nella quale fa capolino qualche conflitto adolescenziale. La madre di Xiao Wei è morta quando lei era ancora bambina, mentre si esercitava col marito in complesse evoluzioni della danza del leone. Ed è proprio a quella danza che la ragazza si è appassionata negli anni, senza dir nulla al padre, ancora provato nel corpo e nello spirito dai ricordi di quell'incidente. Yuen si trova quindi davanti a scelte difficili, costretto ad affrontare i fantasmi del passato e cercare in qualche modo di riavvicinarsi alla figlia.Morire per difendere le proprie idee e i propri valori è invece il nucleo dell'unico italiano in Concorso oggi. Il Conte, opera di Adel Oberto proveniente dalla National Film and Television School di Londra, ci riporta indietro nel tempo, al periodo nazifascista, dove l'incontro tra due vecchi amici, un conte con un passato nell'esercito e un sergente che guida le sue truppe a caccia di partigiani , si trasforma in uno scontro di ideali. Lo scontro raggiunge l'apice dopo la fortuita scoperta della presenza di alcuni partigiani nella cantina del conte, regalando un finale aspro ma intriso di valori.La proiezione dei corti di questo venerdì si è conclusa con un lavoro che va a toccare una delle più grandi tragedie degli ultimi anni: il terremoto – e conseguente tsunami – che l'11 marzo 2011 colpì le coste del Giappone. Un anno dopo la catastrofe naturale e il disastro nucleare nella prefettura di Fukushima, il giovane Mitsuaki Saito, ritorna ai suoi luoghi di origine, abbandonati dal padre per trasferirsi in Europa anni addietro. In Yabuki machi vediamo come la storia familiare del regista inizi proprio da quei villaggi rurali che la gente non ha ancora abbandonato continuando a coltivare e allevare, dimostrando come le loro vite non si siano fermate a quell'11 marzo. Ancora oggi, tuttavia, è vietato avvicinarsi al territorio che circonda la centrale, e ciò che è sopravvissuto è stato lasciato al proprio destino e sta lentamente morendo. Che futuro attende quell'area, quella terra, le persone che vi vivono in quelle vicinanze? Un'area di 20km di diametro attorno alla centrale è stata completamente abbandonata ed è proibito mettervi piede. Il primo ministro giapponese ha recentemente dichiarato di voler invertire il processo di denuclearizzazione, rimettendo in funzione le centrali nucleari che erano state "spente" l'anno scorso. Ci si chiede quale sarà il destino di Fukushima, dove ancora oggi numerosi addetti ai lavori stanno tentando di stabilizzare le condizioni della centrale.Ancora una volta le proiezioni del Concorso hanno dimostrato una grande qualità delle opere proposte e una vitalità sorprendente, capaci di riflettere su problematiche personali e universali in maniera sorprendentemente matura – anche dal punto di vista stilistico - per registi così giovani.

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