NEWS a cura di Cinematografo.it
16 ottobre 2012
Ragazzi dal Brasile
"Il tema dell'adolescenza mi è molto caro", dice Laís Bodanzky. Che porta in sala il suo Le migliori cose del mondo, aspettando Invisible World al Festival di Roma
"Il mio cinema si focalizza sui personaggi e ritrae la trasformazione dell'interiorità, per questo il tema dell'adolescenza mi è molto caro. Non volevo dipingere questi ragazzi in maniera troppo rosea, ma nemmeno troppo superficiali senza una visione del futuro: loro per primi mi hanno fatto capire che non sono così e pensano che i genitori li vedano solo come sesso, droga e alienazione", dice la regista brasiliana Laís Bodanzky che arriva in Italia con Le migliori cose del mondo, realizzato con il sostegno dell'Agenzia di promozione del cinema brasiliano, Cinema du Brasil e il supporto del Ministero della Cultura brasiliano, al cinema dal 18 ottobre (anche nel circuito Uci Cinema), primo film distribuito dalla Intramovies Picks di Marco Fusco.Il protagonista è Mano, diminutivo di Hermano (Francisco Miguez), 15 anni, un adolescente come tanti, con un fratello maggiore, Pedro (Fiuk) e due genitori professori universitari, alle prese con la non facile impresa di diventare adulto. Attraverso l'iniziazione sessuale, la separazione dai genitori, le piccole e grandi difficoltà della scuola e le sue insicurezze scoprirà quali sono "le cose migliori del mondo".Ricorda molto un film di casa nostra, Come te nessuno mai di Gabriele Muccino, e la regista ammette: "Dieci anni fa ero in Italia per concludere le riprese del mio primo film (Bicho de Sete Cabeças), una produzione Brasile-Italia, e in quei sei mesi ho avuto la possibilità di vedere Come te nessuno mai che mi ha influenzato molto insieme a Il tempo delle mele".Le migliori cose del mondo è ispirato alla serie di libri Mano di Gilberto Dimenstein e Heloísa Prieto molto famosa nel paese carioca, ma "nasce da una ricerca fatta con gli adolescenti – spiega la regista - abbiamo fatto un'indagine in sette scuole di San Paolo e i temi del film sono venuti fuori dai colloqui con questi ragazzi quindi si puo dire che è un film ispirato a fatti reali". Luiz Bolognesi, lo sceneggiatore ha lavorato sul materiale raccolto durante il progetto nelle scuole: "Ho fatto l'antropologo, mi sono dimenticato della mia adolescenza ascontando solo loro e ho scoperto che le loro emozioni sono le stesse che provavo io. Per questo forse non sembra ambientato in Brasile, potrebbe essere ambientato ovunque, anche in Europa, sono emozioni universali".Il film è stato presentato nel 2010 nella sezione del Festival di Roma "Alice nella città" e anche quest'anno Laís Bodanzky sarà al Festival per raccontare il Brasile con un film corale a episodi (con Wim Wenders, Theo Angelopoulos, Atom Egoyan, Manoel De Oliveira, Guy Maddin, Marco Bechis, Maria de Medeiros, Jerzy Stuhr, Gian Vittorio Baldi) che si intitola Invisible World.
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