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Oceans - La vita negli oceani

29 maggio 2012

Abissi in movimento

"Non si possono studiare gli animali nei musei, bisogna andare alla stessa velocità", dice Jacques Perrin. Che insieme a Jacques Cluzaud ci mostra La vita negli oceani

"Per esprimere la vita c'é bisogno di catturare il movimento. Non si possono studiare gli animali nei musei, bisogna andare alla stessa velocità. Così abbiamo assunto il punto di vista delle creature marine" dice Jacques Perrin, regista, attore (128 film, tra cui Nuovo Cinema Paradiso) e produttore che è andato a fondo davvero per riportare a galla la vita degli abitanti del mare in Oceans, in italiano La vita negli oceani, insieme a Jacques Cluzaud. "Ci abbiamo messo anni – prosegue il regista - per fabbricare delle macchine che andassero alla stessa velocità dei pesci". Dopo il successo mondiale, il docufilm uscirà anche in Italia, doppiato da Neri Marcorè, distribuito da Paco Pictures, in contemporanea in 35 sale del circuito The Space il 5 giugno, Giornata Mondiale dell'Ambiente, nella serata di chiusura del Festival CinemAmbiente di Torino.Jacques Perrin sorprende con un altro dei suoi progetti inimitabili: con Microcosmos si era avvicinato al finitamente piccolo, con Il popolo migratore aveva seguito il volo degli uccelli, ora torna con un'avventura nel profondo degli abissi dalle banchine polari fino ai Tropici passando per le Galapagos. L'eredità di Jacques-Yves Cousteau è presente, ma Oceans non ha nulla a che fare con Oceani 3D del 2009, da noi con le voci del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo: "C'è stato un processo – racconta Perrin – perché avevano lo stesso nome, ma abbiamo vinto dieci giorni fa". Il suo lavoro è nato per salvaguardare un mondo popolato da specie a rischio di estinzione e testimoniare la straordinaria biodiversità marina: "Sono impegnato a difendere il territorio selvaggio del pianeta. Nelle grandi conferenze mondiali si fanno talmente tanti discorsi che si perdono. Noi abbiamo voluto far passare il messaggio attraverso le emozioni che invece rimangono".Con un budget di 58 milioni di euro, quattro anni di riprese e con l'ausilio di mezzi all'avanguardia per raccontare in presa diretta la fauna marina, La vita negli oceani è stato girato come un lungometraggio di finzione: "Non c'è teleobiettivo – spiega il regista - non c'é zoom, ma solo grandangolo. Abbiamo costruito uno studio sulla superficie dell'acqua con carrelli, luci, telecamere. I delfini sono stati ripresi con una sorta di dolly attaccato ad un gommone: la telecamera era trainata da un cavo in fibra ottica". Diciotto troupe e due registi per dirigere i migliori professionisti in riprese estreme in team con esperti militari dell'esercito francese: "La tempesta – spiega Luciano Tovoli, il responsabile degli operatori – è stata girata grazie alle tecniche militari di stabilizzazione dell'elicottero perché il cameraman girava appeso all'esterno con il vento a 100 Km orari".A chi non riuscirà a vederlo al cinema non resta che sperare in un passaggio televisivo, in Francia la National Geographic ha montato le 450 ore di pellicola e ha mandato in onda una serie in quattro puntate sul regno del mare. Ma Perrin non si ferma ed è già partito per una nuova avventura: "Sto lavorando ad un progetto sulle quattro stagioni, il cambiamento percepito dal mondo animale".

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