NEWS a cura di Cinematografo.it
09 dicembre 2011
Luce al Tertio Millennio
"Dai fratelli Lumière infiniti spunti per il cinema dell'avvenire", dice Thierry Frémaux. Che omaggia il Festival FEdS con una selezione dei loro lavori restaurati e riceve il Premio Speciale Cinema
"Sono molto felice di essere a Roma, perché se gli italiani pensano che sia la Francia il paese della cinefilia, noi francesi pensiamo che ad esserlo sia l'Italia". Così Thierry Frémaux, direttore del Festival di Cannes e dell'Institut Lumière di Lione si è presentato in Sala Trevi per la serata che la XV edizione del Tertio Millennio Film Fest gli ha dedicato, assegnandogli un riconoscimento che viene attribuito per la prima volta, il Premio Speciale Cinema. "Spesso si crede che vedere i film dei fratelli Lumière sia un lavoro impegnativo, quasi come seguire un corso universitario faticoso e noioso, mentre invece scoprirete che vedere questi film primitivi è scoprire l'emozione e il piacere che è all'origine del cinema", spiega Frémaux, "accompagnato" a Roma da una selezione tra gli oltre 1400 film realizzati sin dal 1895 dai Lumière: "Il programma che ho deciso di presentare qui stasera – prosegue Frémaux - mostra tutta la gamma delle dimensioni cinematografiche dei fratelli Lumière. Sono 3 i momenti importanti nella storia del cinema: il primo quando tutti prendono consapevolezza che la macchina inventata dai Lumière è la più perfetta; il secondo è il momento in cui decidono di mostrare i film in pubblico e il terzo quando decidono di mandare in giro per il mondo una serie di operatori a girare le immagini che vedremo questa sera". Immagini che sono state commentate da Fremaux e Alberto Barbera, Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino. "Ci sono 3 modi di mostrare il cinema muto: in silenzio, con della musica di accompagnamento o con commento sovrapposto. Io ho scelto il terzo modo", ha detto Frémaux. Che ha poi ricevuto il Premio Speciale Cinema da Dario E. Viganò, presidente FEdS: "Attraverso i commenti di Frémaux si percepisce un rigore assoluto nella ricostruzione filologica del restauro, si coglie un rigore sistematico, tipico dei grandi studiosi. Inoltre si coglie un aspetto che è ciò che fa di Frémaux il grande direttore di Cannes: l'ironia, la capacità di fare tutto con grande serietà ma sorridendo, questo fa di lui un uomo straordinario per la cultura cinematografica internazionale".
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