NEWS a cura di Cinematografo.it

Il regista Robert Altman

13 ottobre 2011

Tutta la Mole di Altman

A Torino mostra fotografica e retrospettiva del grande Robert: "Il suo cinema è generoso fino alla sovrabbondanza", dice il direttore del TFF Gianni Amelio

"Sono strafelice della retrospettiva che quest'anno ospiteremo al Torino Film Festival e spero che sia la più seguita di sempre per quanto Altman ci ha insegnato e per quanto mi è risultato simpatico nel 1992 quando eravamo insieme, in concorso, a Cannes!". Con queste parole Gianni Amelio, il direttore della kermesse piemontese apre la conferenza stampa di inaugurazione della mostra realizzata su Robert Altman all'interno della Mole Antonelliana (12 ottobre – 29 gennaio). "Autore - continua Amelio - di un cinema generoso fino alla sovrabbondanza, dove anche il dettaglio minimo, anche ciò che sta ai margini dell'inquadratura, è fondamentale". La sinergia tra Museo Nazionale del Cinema e il TFF era iniziata con la retrospettiva e mostra su Roman Polanski, come ricorda Alberto Barbera - direttore del Museo - e continua ora con l'omaggio "ad un regista fondamentale per la cultura americana, per averci regalato l'affresco di un sogno americano che stava svanendo", precisa Emanuela Martini, curatrice dell'intero evento ed autrice anche del volume che accompagnerà la retrospettiva più completa mai realizzata sull'autore indipendente americano per antonomasia. Gli oltre 40 lungometraggi, i documentari e le serie televisive saranno i protagonisti indiscussi del 29esimo Festival di Torino, in programma dal 25 novembre al 3 dicembre.Raccogliendo la grande tradizione del cinema americano, Robert Altman seppe rinnovare il linguaggio rimanendo al passo con i tempi. Dopo una lunga gavetta, che lo vide dirigere tanti lavori per la televisione e affinare la sua tecnica registica, soprattutto tra gli anni '50 e '60: Alfred Hitchcock presenta, Sugarfoot, Bonanza (molti inediti per l'Italia), nel 1968, ormai ultraquarantenne arriva al cinema riuscendo a portare nella Hollywood di allora un nuovo linguaggio attraverso pellicole come M.A.S.H. (1970), Nashville (1975), America oggi (1993). Sono 102 le foto di set e di scena - raccolte anche grazie al contributo di collezioni come quelle di Toronto, Bergamo, Londra e Parigi - e oltre 30 i manifesti (dalla grafica davvero originale) che Emanuela Martini ha scelto e che si possono ammirare all'interno dell'ellissi della Mole e nella cancellata esterna in un percorso non cronologico; la curatrice ha scelto di coinvolgere il visitatore attraverso suggestioni e grandi temi come "Circo America" dove i primi piani di grandi attori, da Elliot Gould a Sam Shepard, da Sally Kellerman a Gleen Glose, passando per Warren Beatty e Julie Christie ci raccontano l'America con le sue tante dissonaze. Segue la rilettura dei generi che ha caratterizzato tutto il cinema di Altman "perché rivede drasticamente umori, volti e paesaggi" fino ad arrivare a "Le solitudini" e "Le classi inglesi"."La nostra scommessa – conclude la Martini -  è far scoprire Altman ai giovani. Pur non uscendo da Hollywood come idea, ha lavorato in maniera pop sul cinema americano e solo Paul Thomas Anderson può essere considerato il suo vero erede".

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