NEWS a cura di Cinematografo.it

<i>Cluster</i> di Rainer Gamsjager

12 luglio 2011

Moving Stories si fa Biella

Il progetto di ricerca di nuove forme narrative digitali fa tappa in Italia. Sei paesi europei coinvolti, dal 13 al 17 luglio

Mercoledì 13 luglio alle ore 19.30, farà tappa in Italia il viaggio espositivo di Moving Stories, progetto produttivo biennale (2010/11) volto alla realizzazione di nuovi modelli narrativi delle arti digitali.Dal 13 al 17 luglio lo Spazio IDEA (Strada Statale per Oropa, 180 – Cossila, Biella) ospiterà in anteprima assoluta l'esposizione delle opere realizzate. Sono sei i paesi europei coinvolti – Belgio, Austria, Francia, Germania, Italia e Polonia – rappresentati ciascuno da un partner d'eccellenza, che si è impegnato nella produzione di un'opera che esplorasse nuove strategie e stili nell'ambito dell'arte digitale.Il progetto, sostenuto al 50% dall'Unione Europea attraverso il Programma Culture 2000, è finalizzato alla ridefinizione del concetto di video arte che si è evoluto nel tempo assumendo una nuova identità. Arte in movimento è l'espressione che si preferisce utilizzare per definire quel tipo di arte che ne contiene e mescola al suo interno altre (fotografia, pittura, cinema, arte tridimensionale, musica, performance teatrale), creando il più ampio concetto di arte digitale, ovvero quella forma d'espressione che ha segnato l'inizio di una nuova era.Untitled di Nicholas Provost, realizzato dalla Contour di Mechelen, organizzazione specializzata nelle arti dell'immagine in movimento in Belgio e curatrice dell'intero progetto Moving Stories, è un'installazione monocanale sul rapporto tra arte visiva ed esperienza cinematografica. Il regista, pluripremiato a prestigiosi festival cinematografici internazionali, utilizza immagini di repertorio non elaborate, per raccontare la storia di una giovane coppia: voli di Boeing verso il tramonto sono accompagnati, per la parte audio, da spezzoni dei più famosi dialoghi d'amore della storia del cinema.L'OK Center for Contemporary Art di Linz (Austria) propone invece Cluster di Rainer Gamsjäger, videoinstallazione pluricanale sul concetto di profondità spazio-temporale che, attraverso lo straniamento, reso anche a livello musicale, obbliga lo spettatore a modificare la propria visione dell'ambiente naturale e la percezione dello scorrere del tempo.La Francia – Vidéoformers - presenta un video a metà tra la ricerca fotografica e l'animazione sperimentale: Under the Centipede Sun di Mihai Grecu è la rappresentazione psico-geografica di una guerra invisibile. L'installazione, costituita da uno schermo semi-circolare, pone il fruitore al centro del filmato, facendolo sentire parte del paesaggio alienante e desertico ritratto. Il video, accompagnato da una musica inquietante, è un unico piano sequenza girato sull'altopiano del Cile ed ha per protagonisti soli macchinari e nessun essere umano.L'installazione monocanale di The Character di Candice Breitz (European Media Art Festival di Osnabrüch) offre una panoramica sull'infanzia nel cinema indiano. Attraverso le interviste a quindici ragazzi della periferia di Mumbai, si evincono le caratteristiche dei personaggi infantili protagonisti del cinema di Bollywood.Per l'Italia Invideo, la mostra internazionale di Aiace Milano che dal 1990 propone opere di ricerca e sperimentazione, presenta il progetto dei Masbedo, Guardare se stessi guardarsi. La videoinstallazione declina, su tre schermi in prospettiva, il rapporto tra il suono e l'immagine. La melodia, che le mani di un compositore estraggono dal pianoforte nello schermo più piccolo, viene disturbata dalle fucilate registrate in presa diretta che, sullo schermo più grande, portano al collasso lo strumento. Colpi d'arma da fuoco, provenienti da ignoti punti fuori campo, producono una melodia di suoni strazianti dovuta alla rottura dei tasti, delle corde e del legno, ripresa in dettaglio nello schermo centrale. L'opera, fruibile da diversi punti di vista, si inserisce in un'estetica della distruzione che coniuga aggressività e malinconia.Il WRO Art Center di Wroclav, l'unica organizzazione indipendente polacca specializzata in arte contemporanea, media e tecnologie, espone Oceanus di Pawel Janicki, un'installazione interattiva che consente ai fruitori di creare storie personalizzate. Basato sulle peregrinazioni marittime di San Brandano, il software creato dall'artista consente al pubblico di selezionare, grazie alla tecnologia touch-screen, interfacce, scenari e scelte narrative e seguire poi la propria storia su uno schermo verticale. La dimensione dell'installazione permette la fruizione contemporanea di più utenti e l'interazione tra gli stessi.Alla serata inaugurale del 13 Luglio saranno presenti Pawel Janicki, Mihai Grecu e i Masbedo. L'esposizione sarà visitabile fino al 17 Luglio dalle ore 20 a mezzanotte, con ingresso libero.Moving Stories è un progetto sostenuto dal Programma Culture 2000 dell'Unione Europea. Per l'Italia la mostra è a cura di Romano Fattorossi ed Elisa Gattarossa, con la partnership di Spazio Idea.

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