NEWS a cura di Cinematografo.it
01 aprile 2011
L'Aquila ferita
Il 6 aprile esce Ju tarramutu, documentario di Paolo Pisanelli "nei territori della città più mistificata d'Italia". In occasione del secondo anniversario della tragedia abruzzese
Dopo la tragedia, il silenzio. Poi le parole, tante, troppe, le passerelle, il G8, le inaugurazioni, le promesse e la speranza di un "miracolo aquilano". Il 6 aprile ricorrono i due anni del tragico terremoto abruzzese e in contemporanea ZaLab porta nelle sale delle maggiori città italiane Ju tarramutu, documentario realizzato da Paolo Pisanelli, che in un periodo di quindici mesi di riprese prova a raccontare la città più mediatizzata e mistificata d'Italia, passata dalla rassegnazione alla rivolta attraverso mille trasformazioni, intrecciando storie di persone, luoghi, cantieri, voci e risate di "sciacalli" imprenditori che hanno scatenato la "protesta delle carriole", quando ormai il terremoto non faceva più notizia. "Non ero mai stato a L'Aquila e alla notizia del terremoto ho pensato che forse non l'avrei più vista com'era prima - racconta il filmaker -. E così ho sentito di voler fare qualcosa: filmare quei territori, non in forma di reportage o denuncia, ma per accompagnare la trasformazione nelle vite delle persone". Attraverso le storie della gente, modulate e intervallate dalle performance di Animammersa (associazione di artisti costituitasi a seguito del terremoto per tessere una rete culturale-sociale su un territorio così devastato), il documentario non batte il sentiero dell'attacco frontale (vedi Draquila di Sabina Guzzanti) ma, come sottolinea l'architetto Antonio Perrotti (tra i tanti ad intervenire anche nel film), offre all'occhio dello spettatore una "denuncia meno eclatante, forse più raffinata, di sicuro più efficace". Perché quello che è accaduto a L'Aquila dopo il terremoto (e che continua ad accadere, si pensi allo scandalo di qualche giorno fa, con la signora finta aquilana pagata per partecipare ad una trasmissione televisiva) è anche conseguenza di uno sfruttamento non solo immobiliare e politico, ma mediatico: "Da questo punto di vista L'Aquila ha rappresentato l'emblema di quella che potremmo definire l'economia dei disastri - dice Carlo Pelliccione di Animammersa -. Tutti quelli che venivano in quei luoghi dopo il terremoto lo facevano per 'produrre', anche artisticamente: terminato il lavoro tornavano da dove erano venuti. Con Paolo è andata diversamente, è venuto qui non per 'arruffare', ma per vivere realmente l'esperienza, si è mischiato a noi, con una grande voglia di 'sentire', 'partecipare', in poche parole è diventato aquilano". Laureato in architettura e diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, Paolo Pisanelli - fotografo e regista - si dedica dal 1996 alla realizzazione di film documentari (tra i più noti Don Vitaliano, I colori del corpo, Enrico Berlinguer - Conversazioni in Campania, Il sibilo lungo della taranta), spesso premiati nei festival nazionali ed internazionali.Presentato al Festival dei Popoli, SulmonaCinema, Bif&st e Premio Libero Bizzarri, Ju tarramutu sostiene la realizzazione dell'archivio audiovisivo Abruzzo Visioni per la cura e la tutela del territorio abruzzese e la sottoscrizione della legge di iniziativa popolare (http://www.anno1.org/home).
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