NEWS a cura di Cinematografo.it
01 aprile 2011
Calopresti sugli scudi
"Galan è veneto e privilegia Venezia", accusa il regista. E incalza: "Prima di buttare via Roma, stiamoci attenti"
(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Bisogna togliere questa idea che tutto quello che è investimento sulla cultura è un investimento improduttivo. Non è vero, perché il pensiero viaggia, costruisce nuove frontiere, nuovi modi di essere, di esistere e tutto questo ha anche una ricaduta economica. E poi salvare la cultura è importante per la qualità della vita di tutti noi". A parlare così è il regista Mimmo Calopresti, ospite di "Una domanda a...", rubrica sul sito Ign/Adnkronos. Il rischio di chiusura di Cinecittà Luce, che sembra scongiurato dall'annunciato reintegro del Fus, per Calopresti "sarebbe un dramma, un disastro, perché perderemmo un patrimonio, un grande patrimonio dell'umanità". "A Cinecittà e al Luce - sottolinea il regista - c'è il racconto di un secolo e non si può dispedere e buttare via, soprattutto in un momento in cui si parla di Unità d'Italia. Dov'è che capiamo chi siamo? Nella nostra memoria, nella nostra storia. E a Cinecittà questa storia è stata tutta raccontata per immagini. E ci serve per costruire il futuro, per riraccontare l'oggi e anche per prendere quelle immagini e metterle a confronto con l'oggi. Quindi è un patrimonio da salvare". Sul fatto che Galan, poche ore dopo essere stato nominato ministro dei Beni Culturali, abbia prospettato la chiusura del festival del cinema di Roma, Calopresti ironizza: "Ha cominciato bene. Invece di aumentare le possibilità dei festival, delle visioni, partiamo da una chiusura oltretutto polemica, perché lui è veneto e privilegia Venezia. Insomma è un modo di lavorare che non va bene. Poi si può discutere, si può dialogare sul ruolo del festival di Roma. Ma non si parte dicendo: chiudiamo. Il festival di Roma ha fatto la sua parte in questi anni. Prima di buttarlo via, stiamoci attenti", mette in guardia il regista.
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