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Il presidente FEdS Dario E. Viganò e la Rivelazione dell'anno Luca Marinelli - Foto Coccia

24 novembre 2010

Tertio Millennio dei numeri primi

Luca Marinelli e Gianfranco Ravasi, esordienti tra schermo e porporato, Sokurov, Desplat e Haroun: il festival FedS torna protagonista. A Roma, dal 7 al 12 dicembre

"E' l'anno di tutte le prime cose: primo film, primo festival e questo primo premio. Meglio di così non si poteva iniziare", dice l'attore Luca Marinelli, eletto Rivelazione dell'anno per La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo, mentre il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura Gianfranco Ravasi ribatte: "Anche per me è il primo anno da cardinale…". Che dire, è il Tertio Millennio dei numeri primi, quello che andrà in scena a Roma dal 7 al 12 dicembre, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo presieduta da Dario E. Viganò.Tema della XIV edizione, presentata oggi al Pontificio Consiglio della Cultura a Roma, le Frontiere generazionali, per un cinema che "conserva un linguaggio capace di novità e incisività: solo per fare qualche nome, Bresson, Dreyer, Bergman, Tarkovskji testimoniano come la tradizione religiosa sia alimento della creatività", dice Ravasi, lieto di "collaborare ancora una volta con quello che fu mio alunno in seminario, Viganò". Sulla scorta del Leitmotiv, il cardinale ricorda la lezione di Padri e figli di Turgenev, "capace di sorpresa  drammatica e naturale sul rapporto generazionale", mentre il segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali monsignor Paul Tighe si spinge più in là, citando quale film della sua generazione Easy Rider, "viaggio nella cultura hippie, tra rock, droga e amore libero", ma anche Trainspotting, Arancia meccanica e James Dean, fino ai "preferiti dai miei nipotini: Twilight e Harry Potter, spia del bisogno di trascendentalità dei giovani". Viceversa, l'indiano monsignor Theodore Mascarenhas (Consiglio della Cultura) vede il successo di Bollywood nel "mix di tradizione e mercato e nei valori che propugna: mostrare il divorzio sarebbe una tragedia per il pubblico".Se l'ad di Cinecittà Luciano Sovena sposa la mission di Tertio Millennio, "la ricerca dei valori umani sul grande schermo" e parla di "collaborazione sana e santa" con FEdS, Marcello Foti, direttore generale del Centro Sperimentale, osserva: "Avessimo lo stessimo rapporto con altre istituzioni, saremmo qui tutti a festeggiare, nonostante la crisi". Ma che cosa offrirà la XIV edizione del festival? Ad aprire il 7 dicembre, saranno i sei documentari inediti di Aleksandr Sokurov, raccolti nel ciclo Intonazii, che offrono uno spaccato fedele e drammatico della Russia hic et nunc: a dialogare con il regista, sarà Stefano Francia di Celle. Un altro duetto, ma formato famiglia, per Ornella Muti e il figlio Andrea Facchinetti sul tema Generazioni a confronto, mentre tra le anteprime spiccano A Letter to Elia di Kent Jones e Martin Scorsese, presentato da Alberto Barbera, La morte rouge di Victor Erice, Biutiful di Alejandro Gonzalez Inarritu, con Javier Bardem miglior attore a Cannes, Un homme qui crie di Mahamat-Saleh Haroun, premio Robert Bresson 2010 che incontrerà il pubblico del festival, mentre a chiudere il 12 dicembre sarà Silent Souls di Aleksei Fedorchenko, premio Fipresci all'ultima Mostra di Venezia.  Tra i documentari, Park Mark di Baktash Abtin, protagonista un senzatetto armeno, We Are Half of Iran's Population di Rakshan Beni-Etemad, Tajabone di Slavatore Mereu e The Woodmans di C. Scott Willis, direttamente dalla sezione Extra del festival di Roma. Ma non è tutto: se il cinema – dice Viganò – "si conferma medium privilegiato della contemporaneità", il 10 dicembre si terranno gli RdC Awards, con, tra gli altri, il premio Navicella a Noi credevamo di Mario Martone e il Colonna Sonora al mago dello spartito Alexandre Desplat, mentre l'antipasto di Tertio Millennio si consumerà il 1° dicembre con una doppia tavola rotonda su Lavoro (tra gli altri, Pupi e Mariantonia Avati) e Guerra, con Aureliano Amadei e il cast di 20 sigarette.

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