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<i>Harry Potter e i doni della morte</i>

15 novembre 2010

7 volte Harry Potter

Con I Doni della Morte sta per chiudersi la saga di maggior successo di questi anni. Ecco una guida ? e un numero ? per conoscerla meglio?

Sette sono i giorni della settimana, le meraviglie del mondo, le virtù e i vizi capitali. Sette sono anche gli attributi di Allah, i doni dello Spirito Santo e i sigilli della fine del mondo. 7 è il numero perfetto dei buddisti e settimo il cielo dei felici. Sette le camice da sudare, le vite dei gatti, i nani di Biancaneve e, rotto lo specchio, gli anni di sfiga. Sette, insomma, è un numero magico, perciò la vita di Harry Potter ci è pervenuta sette volte (romanzi) e l'anima del suo nemico, Voldemort, si è scissa in sette parti (gli Horcrux). Sette sono i figli dei Weasley, famiglia adottiva di Harry, e sette le dediche della Rowling nell'ultimo libro della serie, dove un incantesimo moltiplicherà il maghetto per…beh, l'avete capito. Otto sono invece i film, perché alla Warner della cabala non frega nulla, anche se i superstiziosi giurano che I doni della morte (da venerdì in Italia) sia in realtà un unico film diviso in due parti. Poco importa, perché nella nostra personalissima guida per conoscere Harry Potter le voci che abbiamo scelto per voi sono ancora sette. Non ne siete convinti? Pazienza. Volete aggiungerne o toglierne qualcuna? Non vi verremo a cercare. Non è noi che sfidate, ma la cabala. Buona lettura. O, se preferite, buona fortuna.CrescitaLa maturazione del personaggio segue quella del suo pubblico. La topica del Bildungsroman in versione fantasy, atipica. Oliver Twist e Mary Poppins. La palestra non è la strada, ma la scuola: il college, gli amici, le magie e gli amori. In una parola Hogwarts, il castello. Vivo come i suoi ospiti. Con loro in evoluzione: fiabesco dapprima (La Pietra filosofale e La camera dei segreti) gotico poi (Il prigioniero di Azkaban), freddo e spettrale man mano che la storia procede. Una progressione al nero che fa il paio con quella della saga. Perché Hogwarts è Harry, Harry è Hogwarts.FamigliaLa Rowling tradizionalista? Non si capisce perché: gli zii di Harry, sono ottusi e vendicativi, non proprio uno spot della Mulino Bianco; la scuola è un covo di vipere; e Potter, pure se orfano, ha molti padri (naturali, putativi, spirituali, imposti). Il modello sociale della saga ricorda semmai una vecchia battuta andreottiana: "Aveva spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo e oltre".SangueMaghi puri, mezzosangue. I secondi macchiati da parentela babbana. L'umana imperfezione dell'aspirante stregone. Una tara che non va via con la bacchetta. Voldemort ha in riserbo per loro lo sterminio di massa. Perché maghi si diventa, ma razzisti si nasce.TerrorismoVoldemort, come Bin Laden, non ha un corpo, ma vive nel mondo antimaterico dei messaggi ai seguaci. A colpire per lui sono i Mangiamorte, incappucciati come gli adepti del Ku Klux Klan. Nel Principe mezzosangue attaccano la metropolitana. E il bollettino del Ministero della Magia – con le misure da adottare in caso di attacchi – somiglia al pacchetto sicurezza licenziato dall'amministrazione Blair dopo l'11 settembre.SessiLa magia non è femmina. Una scrittrice non basta per la parità tra i sessi: in un universo maschilista come quello di Harry Potter, le donne sono professoresse arcigne, streghe cattive o fugaci tentazioni. La sola eroina è Hermione, ma la sua femminilità, soffocata da una pedante applicazione allo studio, emerge unicamente negli ultimi episodi per via del crescente appeal dell'interprete, Emma Watson. Nei libri della Rowling invece resta piuttosto bruttina.AdattamentiDomanda da un milione di dollari: qual è il miglior film della saga? Per i fan dei romanzi probabilmente i primi due diretti da Chris Columbus (La pietra filosofale e La camera dei segreti), più fedeli alla trama letteraria e al suo spirito collegiale. La Warner, sotto tortura, risponderebbe gli ultimi (L'ordine della Fenice e Il Principe Mezzosangue), tanto da confermare David Yates anche per il gran finale. Un regista invisibile, inesperto, quasi aziendale. Il contrario di Cuaron e Newell, che hanno invece dato ai rispettivi episodi (Il prigioniero di Azkaban e Il calice di fuoco) una forte impronta autoriale. Traditori dei libri per amore del cinema. E se fossero i loro i film più belli?Bacchette e spade laserGli accademici si sono scervellati per trovare la chiave di un successo planetario. Hanno pescato in mitologie lontane, religioni coeve e ampolle rivelatrici. Sono convenuti alla fine sulle forti similitudini con Star Wars: il rapporto tra Harry e Voldemort richiama quello tra Darth Fener e Luke Skywalker; Luke, come Potter, appartiene a un altro mondo e ha speciali poteri; entrambe le saghe hanno per protagonisti due maschi e una femmina; il tradimento di Voldemort contro Silente ricorda quello di Fener contro Obi-Wan Kenobi; le bacchette magiche sono armi a connotazione fallica come le spade laser di Guerre stellari; vuoi vedere che la Rowling è George Lucas con la parrucca?

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