NEWS a cura di Cinematografo.it
02 novembre 2010
Il miglior Brasile del mondo
?Vivere con l'entusiasmo di un adolescente: è la cosa più bella per me: Laìs Bodanzki e la San Paolo dei giovani
"Non fatevi ingannare dal titolo, il quale nasconde una contraddizione in termini", avverte Lais Bodanzki la regista di As melhores coisas do mundo, in concorso nella sezione Alice nella città. "L'adolescenza - prosegue – di cui viene sviscerato ogni singolo aspetto, è un momento di grande difficoltà, rappresenta la ricerca di ciò che rende felici e proprio per questo causa molto dolore". "I ragazzi sono stati la nostra prima fonte d'ispirazione, il film è nato grazie a loro ed in mezzo a loro", spiega lo sceneggiatore Luiz Bolognesi. Il quale racconta come molti dei provini effettuati nelle scuole a quasi 2.500 adolescenti siano stati una fonte inesauribile di spunti creativi, necessari per raccontare alcune situazioni . "Come l'idea di utilizzare la tecnologia digitale - ricorda Bolognesi - senza la quale la pellicola avrebbe perso la sua credibilità". "Videofonini e social network ci hanno aiutato ad adottare un punto di vista al passo con i tempi ed orientato alle nuove generazioni – sottolinea la Bodanzki – le stesse generazioni che oggi si interessano all'ecologia e all'economia sostenibile, prendendo le distanze dagli adulti, anche nelle idee politiche e sociali". "La cosa che ci era piaciuta di più della serie di libri a cui ci siamo ispirati è la messa a fuoco della middle-class brasiliana" spiega lo sceneggiatore. "La nostra nazione non è fatta solo di favelas e di delinquenza. Ci sono molti intelletuali, come i genitori del protagonista". "La città di San Paolo, infatti, diviene il luogo privilegiato per raccontare il Brasile metropolitano" - aggiunge la regista - un Brasile che, come un adolescente, è costantemente alla ricerca di una sua identità, in bilico fra l'immaginario in cui da sempre è stato confinato e la volontà di un riscatto". "In bilico tra progressismo e fanatismo religioso", prosegue Luiz Bolognesi, evidenziando nella tematica dell'omosessualità presente nel film, "l'ulteriore urgenza di offrire un punto di vista alternativo". "Il Brasile contemporaneo sta attraversando un momento di grande pluralismo intellettuale – conferma la regista – ci sono molte idee in circolazione, nuovi stimoli culturali ed il cinema è finalmente pronto a vivere il cambiamento".
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