NEWS a cura di Cinematografo.it

Silvio Orlando<br/>Foto Karen Di Paola

04 settembre 2010

Ridere, che Passione

"Caduta e resurrezione come paradigma del nostro quotidiano", dice Mazzacurati. In Concorso con una commedia sul blocco dell'artista, con Silvio Orlando: "Spero non debba restituire la Coppa Volpi di due anni fa", scherza l'attore. Che "prova" a dirigere la Capotondi

E' il giorno dei sorrisi al Lido, che ospita in un colpo solo - e in Concorso - le due commedie Potiche di François Ozon e La passione di Carlo Mazzacurati, secondo italiano a passare in gara dopo Ascanio Celestini, che porta a Venezia la storia di Gianni Dubois (Silvio Orlando), regista sulla cinquantina mai affermatosi veramente e alle prese con un blocco creativo apparentemente insuperabile. Proprio mentre si profila per lui la grande occasione di dirigere un film con una giovane star televisiva (Cristiana Capotondi, "un accidente catastrofico nella vita del protagonista", dichiara l'attrice), per il quale non riesce a trovare un'idea, si trova costretto ad occuparsi invece della "regia" della Via Crucis del Venerdì Santo in un paesino toscano, per evitate la denuncia per i danni causati alla chiesa locale da un perdita d'acqua della sua casa di campagna. "E' un film che parla della paura di creare e del blocco che nasce da questo - spiega il regista - ma anche di uno strano paesino che sembra dover toccare ogni volta il fondo per trovare la forza e le idee per riscattarsi. E alla fine sarà l'arte che salverà dalla catastrofe: in fondo, la rappresentazione della Passione è tra le più antiche che contraddistinguono la cultura popolare del nostro paese, e in senso laico possiamo anche considerarla come paradigma della caduta e della resurrezione, proprio come avviene per ognuno di noi nella vita di tutti i giorni, quando qualcuno ci lascia, o quando perdiamo il lavoro, per poi risollevarci. Un po' come avviene al protagonista del film, che trova la propria catarsi proprio nel momento in cui riesce a portare a termine la regia di questa Via Crucis". E Silvio Orlando, di ritorno al Lido due anni dopo la Coppa Volpi ottenuta per Il papà di Giovanna, riflette sulla condizione dell'artista, in chiave attoriale: "Quando arrivi sul set, magicamente, è come se il blocco e le paure vengano rimosse, ti lasci alle spalle le problematiche. Il dramma, semmai, è un altro, ovvero il fatto che ormai chi fa il nostro mestiere confonde tutto, vita privata e vita pubblica, arrivando addirittura a pensare che se un film ottiene buoni riscontri di pubblico, alla fine anche chi fa parte della tua esistenza, amici e parenti, ti vogliano più bene". E per quello che riguarda il ritorno alla Mostra, Orlando non punta tanto alla vittoria della Coppa Volpi, quanto a "non dover restituire quella di due anni fa", dice ridendo l'attore, memore delle polemiche scaturite in occasione della mancata assegnazione a Mickey Rourke per The Wrestler, film che comunque vinse il Leone d'Oro: "Tornare qui alla Mostra è sempre una grande soddisfazione - continua Orlando - anche perché il nostro mestiere è come una piccola giostra, sulla quale saliamo a volte sembrando anche un po' idioti, ci salutano tutti, risalutiamo ridendo... E Venezia, da questo punto di vista, è proprio Gardaland, soprattutto per quella sensazione irreale che il mondo intero si fermi per guardare solamente te".Interpretato anche da Giuseppe Battiston (un ex galeotto con la passione del teatro che aiuterà Dubois nell'impresa), Kasia Smutniak, Corrado Guzzanti, Stefania Sandrelli e Marco Messeri ("è la terza volta, dopo Con gli occhi chiusi e La prima cosa bella, che finisco a letto con Stefania in un film e tutte le volte il suo personaggio si chiama Anna", scherza l'attore toscano), La Passione sarà in sala tra tre settimane, il 24 settembre, distribuito da 01 in circa 300 copie.

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