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13 febbraio 2010

Il giorno di Scorsese

a cura di Cinematografo.it

Shutter Island sbarca al Festival di Berlino e divide la platea. Con Di Caprio e Mark Ruffalo, dal 5 marzo in Italia

Martin Scorsese scuote il festival di Berlino con Shutter Island, passato oggi fuori concorso, interpretato da Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley e Michelle Williams (l'ex moglie di Heath Ledger) e in uscita nelle sale italiane il 5 marzo in 400 copie distribuito da Medusa. Il film, che ha diviso la platea berlinese ricevendo un'accoglienza piuttosto tiepida tra qualche applauso e qualche dissenso, è tratto dal romanzo di Dennis Lehane, ex autista di limousine che oggi insegna scrittura creativa ad Harvard ed è stato fonte di ispirazione per Clint Eastwood (Mystic River) e Ben Affleck, che proprio con Gone Baby Gone ha esordito alla regia. Il grande fascino del libro è nel continuo inganno che l'autore esercita sul lettore e sui suoi personaggi: i fatti si confondono con la fantasia e nessuno sa da che parte sta. Lo stesso Scorsese confessa di essere stato assalito dagli incubi che tormentano il protagonista (Leonardo Di Caprio, bravissimo), proprio lui che con la violenza fisica e psicologica ha sempre avuto dimestichezza. Così Scorsese e Di Caprio hanno girato e rigirato l'incredibile vicenda del federale Teddy, che arriva negli anni Cinquanta sull' "isola della paura" (titolo in italiano del romanzo di Lehane) per indagare sulla scomparsa di Rachel Solando, una paziente, la n. 67, dell'ospedale criminale di Ashecliffe, al largo di Boston. Ma sul registro compaiono solo 66 detenuti. Chi è davvero Rachel Solando e chi, si interrogano Di Caprio e il collega Chuk (Ruffalo) riuscirebbe a scappare da quel posto dimenticata dal mondo?Anche la trama del film, piuttosto fedele al romanzo fatta eccezione per la fine, ha una connotazione fortissima di suspense psicologica che coinvolge sempre di più gli attori-spettatori, facendoli precipitare in un baratro di bugie e verità, da cui non c'è via di fuga. Ma la forza della storia è contenuta in un colpo di scena magistrale che ribalta la prospettiva. "I film che mi hanno influenzato sicuramente – dice Scorsese - sono le pellicole di Fritz Lang e Le catene della colpa di Jacques Tourneur". I riferimenti cinematografici quindi sono pesanti, soprattutto nel caso di Tourneur, il cui plot è quasi impossibile da raccontare ma che condivide con il film di Scorsese l'ossessione del protagonista nei confronti della donna amata. Per ammissione dello stesso Scorsese, montaggio e postproduzione sono stati lunghissimi. "C' è un elemento nel carattere di Teddy – prosegue - che mi aveva conquistato. Qualcosa che ha a che fare con la violenza del mondo e alla reale possibilità di estirparla. Ma qual è il prezzo che bisogna pagare?".A metà della narrazione c'è infatti un'involuzione narrativa, che nel romanzo passa quasi inosservata mentre al film toglie ritmo e drammaturgia. Si spiega forse così il congelamento di Shutter Island da parte della produzione (Paramount) che si dice abbia preferito puntare su un altro favorito (Peter Jackson) per la notte degli Oscar. Visivamente affascinante, grazie anche alla fotografia di Robert Richardson, è un film claustrofobico sulla follia e il dolore, a cui fa da sfondo la bellissima colonna sonora, musica classica contemporanea e pura avanguardia tra cui spiccano le arie di Penderecki e Ligeti e il bel tema di Max Richter "On the nature of Daylight" con la voce di Dinah Washington dal brano "This Bitter Earth".

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