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Felice Laudadio, Silvio Maselli, Silvia Godelli e Nichi Vendola<br/>@ Pietro Coccia

16 dicembre 2009

La rivoluzione pugliese

a cura di Cinematografo.it

"Contro la mondanità, per un modello italiano fondato sulla cultura", dice Nichi Vendola. Che saluta la prima edizione del Bifest

"Un festival può essere un gioco d'inganni: questo è anti-mondano invece, vuole ricostruire un dialogo tra cinema e nuove generazioni, ha un alto valore civile". La rivoluzione culturale pugliese di Nichi Vendola - oggi ospite alla Casa del Cinema di Roma - parte dal Bifest (Bari International Film e Tv Festival), una new entry nel vasto panorama nostrano delle kermesse, prosecuzione "ufficiale" del Festival per il cinema italiano, lanciato l'anno scorso (in una sorta di "puntata pilota") da Felice Laudadio: "Quell'esperienza - ricorda Laudadio, confermato alla direzione artistica della manifestazione - ha avuto un successo straordinario con più di 20.000 presenze, ecco perché abbiamo deciso di rinnovarla, partendo dal numero '1' del Bifest. Allargando i suoi orizzonti". Perché non di solo tricolore vivrà la kermesse (22-31 gennaio a Bari). Le anteprime più attese - ospitate dal Teatro Petruzzelli, trasformato per l'occasione in sontuosa sala cinematografica - sono anzi quelle internazionali, come il nuovo Sam Mendes di Away We Go, Nine di Rob Marshall (ispirato all'8½ felliniano: e il festival dedica a Federico Fellini 34 cortometraggi di 36 registi diversi) e il durissimo documentario a stelle e strisce American Faust: From Condi to Neo-Condi, diretto da Sebastian Doggart e incentrato sulla controversa figura dell'ex segretario di stato americano Condoleeza Rice, "un film lontano dall'esibizionismo alla Michael Moore, obiettivo e freddo. Farà discutere", chiosa Laudadio. L'Italia sarà lungamente rappresentata con la rassegna competitiva "Italia Film Fest" suddivisa in lungometraggi - 15 dei più importanti titoli italiani dell'anno (da Baaria a Vincere) selezionati da un comitato di critici nostrani - cortometraggi e documentari. Le opere in concorso si sfideranno per uno dei numerosi premi disponibili (dalla regia agli attori) assegnati da una giuria internazionale presieduta da Margarethe Von Trotta. "A questi potrebbero aggiungersi nuovi titoli - precisa Enrico Magrelli, in veste di vicedirettore del Festival - ma siamo in attesa delle scelte che farà Berlino". Di sicuro ci saranno cinquanta minuti in anteprima del nuovo film di Alessandro D'Alatri (Sul mare). Già assegnato invece il Premio Opera Prima, che andrà ex aequo a Good Morning Aman di Claudio Noce e Dieci inverni di Valerio Mieli. Verranno presentati fuori concorso quattro documentari girati in Puglia e dieci dedicati al cinema e ai suoi protagonisti. Tributi e retrospettive per i maestri Francesco Rosi, Elio Petri, Gian Maria Volonté e Tonino Guerra, che compie 90 anni quest'anno. Un omaggio speciale anche al fondatore e Presidente della Bim Valerio De Paolis che contraccambia regalando al festival barese i film di maggior successo della casa di distribuzione, da Camera con vista di James Ivory a Milk di Gus Van Sant. Spazio anche alla fiction e al mondo televisivo, con le puntate inedite della terza serie di Boris e una rassegna dedicata alla Piovra. Tornando allo spirito del festival barese, Vendola ricorda come sia la ciliegina sulla torta di un investimento importante della regione Puglia nelle attività culturali, "accanto all'Apulia Film Commission, ai 170 laboratori artistici sparsi sul territorio, ai teatri aperti tutta la notte, ai concerti: nel nome di una politica culturale che, senza trascurare gli aspetti economici e di sviluppo, mira a riqualificare il territorio dotandolo di un profilo globale, civile e artistico. In un'Italia assorbita nelle contraddizioni e negli incubi della crisi e dei tagli alla cultura". Un progetto che durerà anche se Vendola dovesse perdere le regionali? "Nè il festival né la film Commission - ribatte il governatore - sono architetture promozionali di Vendola, ma strutture autonome, capaci di camminare da sole".

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