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16 dicembre 2009

E' ancora Videocracy

a cura di Cinematografo.it

"Berlusconi si è sempre proposto come vittima, ora lo è diventato davvero", dice Erik Gandini. Il suo doc in homevideo con Fandango

"Chi l'ha attaccato, voleva farlo a priori, ma il film li ha spiazzati: la critica non era verbale, ma visiva ed emotiva, e le ventilate cause per diffamazione sono rimaste parole. Ovvio, Mediaset con Striscia la notizia e Lele Mora a Chiambretti Night ha sferrato i suoi attacchi, ma la risposta del pubblico, con 150mila spettatori, è stata molto positiva". Così il regista italo-svedese Erik Gandini, che dopo la distribuzione in sala porta il suo documentario sulla telecrazia italiana Videocracy in homevideo: dvd + libro edito da Fandango, con contributi di Mario Desiati, Curzio Maltese, Susanna Nicchiarelli, Francesco Piccolo, Andrea Purgatori, Andrea Salerno, Antonio Scurati, Chiara Valerio, Daniele Vicari.Presentato alla Mostra di Venezia, con il trailer censurato da Rai e Mediaset, Videocracy ha diviso la critica italiana: "Alcuni - dice Gandini - hanno detto che le cose che inquadro si sapevano già: capisco, ma ci sono rimasto un po' male. Il mio documentario non è un cinegiornale, racconta una storia che conosciamo, ma come Schindler's List o Salvate il soldato Ryan punta sull'aspetto emotivo ed emozionale. Cos'è la verità se non l'autenticità emotiva? Di informazioni ce ne sono fin troppe, quel che manca sono i sentimenti nell'informazione", mentre pubblico e stampa internazionali l'hanno applaudito: "Tutti sono riusciti a rapportarsi alla realtà che descrivo. Ha scritto un critico canadese, è come se Rupert Murdoch diventasse presidente degli Usa mantenendo la proprietà di tutti i suoi mezzi di comunicazione e l'ossessione per tette e culi...".Venendo appunto a Berlusconi, Gandini sottolinea come "fondamentale per la videocrazia è che le impressioni siano più forti della verità. Berlusconi ha sempre cercato di nascondere potere e privilegi per proporsi come vittima: con l'aggressione a Milano lo è diventato davvero. Ora non deve sforzarsi nemmeno, per lui è il miglior regalo di Natale". Già al lavoro su un nuovo documentario, di cui non lascia trapelare nulla, Gandini conclude su Fabrizio Corona, "uno dei soldati della videocrazia berlusconiana" indagati da Videocracy: "Anche lui ha accolto la condanna del tribunale di Milano facendo la vittima e dando la colpa ai giudici. Continua a proporsi come ribelle: per investire sul futuro, perché ribelle proprio non lo è. E le verità sul gossip che dice di svelare servono solo ad occultarne altre ben più importanti".  

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