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27 ottobre 2009

Vola Vola in Second Life

a cura di Cinematografo.it

"Italia triste e cupa, per questo un film nella realtà virtuale", dice Berardo Carboni. Da Shooting Silvio agli avatar

Per chi pensava che l'alta definizione fosse l'ultima frontiera del cinema, dalla Sicilia arriva una sfida ancora più ambiziosa: girare film non solo in digitale, ma nel digitale, più precisamente nel mondo interamente virtuale della community Second Life. E' stato infatti presentato oggi a Roma il lungometraggio Vola Vola, diretto dall'autore di Shooting Silvio, Berardo Carboni. Girato interamente nell'universo degli avatar con una tecnologia, il machinima, che permette di riprendere le immagini di videogames e realtà virtuali, il film si presenta come una novità quasi assoluta, la cui première si terrà a Parigi il 2 novembre nell'ambito del festival Atopic."Finora in Second Life sono state realizzate solo opere di tipo documentaristico", spiega il regista, che individua nel carattere classico dell'impianto narrativo la marcia in più di Vola Vola, girato con il supporto di un team internazionale di esperti di questo ''gioco'' on-line, perche' ''per un regista tradizionale e' difficile assumerne la padronanza. Ma il web è il futuro della comunicazione e credo che questi strumenti apriranno molte possibilità, se i creativi cominceranno ad avvicinarvisi''. Il costo dell'operazione è stato di 130mila euro, provenienti tutti da finanziatori privati, anche se il film rappresenta in verità lo storyboard di un progetto molto piu' ampio, messo in cantiere grazie al sostegno di Cinescilia, organismo appena nato al fine di mettere a frutto i finanziamenti per l'audiovisivo regionale provenienti dall'Unione europea. Lo stesso soggetto sara' quindi utilizzato in un film a tecnica mista, ambientato per circa il 70 percento nel mondo reale e per il resto in Second Life. Tra gli interpreti dovrebbe figurare anche Alessandro Haber, già coinvolto in Vola Vola nel doppiaggio del suo avatar, protagonista di una delle tre storie di problemi generazionali con la tecnologia raccontate da Carboni. ''Ho preso parte al progetto perché il mio personaggio è bellissimo - spiega l'attore - ma di tecnologia non so niente. L'idea di qualcuno che vive in un mondo così virtuale o ne gioisce senza viverci realmente non mi convince. Mi piace molto vedere la gente in faccia, vedere i bambini in strada che giocano e, se devo trombare, voglio qualcuno in carne e ossa''.Niente da dare per scontato, quindi, in un film praticamente tutto incentrato sul rapporto, anche conflittuale, con tutti i media, non solo internet. Anche la tv non fa una bellissima figura: "La vivo come un'imposizione", dichiara il regista, che a proposito del suo Shooting Silvio chiarisce: "Ho detto che non lo rifarei, ma non vuol dire che abbia rimpianti. Sono orgoglioso del film, molto aderente al tempo in cui è stato realizzato. Ora invece la realtà italiana mi sembra molto più triste e cupa, non a caso ho fatto un film in un mondo virtuale''.

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