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09 settembre 2009

DVD al tempo della crisi.

a cura di Cinematografo.it

La recessione ha generato una flessione generale nel mercato dell'home video. Unica eccezione il Blu-ray

Come sta l'editoria audiovisiva italiana? La risposta in un incontro che Univideo (Unione Italiana Editoria Audiovisiva) ha tenuto ieri al Lido - spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo -, un importante momento di riflessione sullo stato dell'home video nell'epoca della crisi. Crisi che ha provocato una contrazione media annua dell'1% rispetto ad una crescita dell'1,5% nel 2007. "Ci voglio interventi decisi", dichiara il Presidente Univideo Davide Rossi, e opportunità. Flessione generata dall'inevitabile diminuzione della possibilità di spesa degli italiani per la cultura. Secondo Alessandra Benedini della società Prometeia, tali considerazioni macroeconomiche di deterioramento ed inasprimento delle difficoltà economiche generali di quasi tutti i settori produttivi falcidiati dalla bolla speculativa, possono essere estese anche al comparto dell'home video, proprio in considerazione del fatto che le persone sono portate a considerare i nuovi supporti tecnologici, ancor più di quelli tradizionali, come beni voluttuari. I numeri parlano più di tante parole: la spesa delle famiglie italiane per l'acquisto di supporti audiovisivi nel 2008 è stata pari a 828 milioni di euro, con una flessione del 17,1% rispetto ai 998 milioni del 2007; in questo contesto, è da registrare il fatto che il DVD risulta essere leader con 815 milioni di euro, pari al 98% dell'intero mercato dell'home video il quale registra, comunque, una diminuzione del 17,8% rispetto al 2007. Maggiori difficoltà per il mercato del noleggio che paga dazio alla pirateria e a Internet, e registra un calo, dal 2004, di circa 160 milioni di euro. Al contrario, la nuovissima tecnologia Blu-ray Disc muove un fatturato di 10 milioni di euro, triplicando gli utili rispetto al 2007. Entro il 2013, l'85% dell'Europa occidentale avrà a disposizione la nuova tecnologia, a fronte però di una copertura di ricezione ad alta definizione pari solamente al 41%. Sul problema della pirateria sono intervenuti infine il Presidente Fapav (Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva) Filippo Roviglioni e il Segretario Generale Fabrizio Ferrucci, attraverso un'analisi comparativa delle legislazioni di Francia, Gran Bretagna e Svezia, paesi che si sono mossi concretamente per tentare di arginare il dilagare del fenomeno. Nel nostro paese si registra invece inerzia parlamentare e governativa. Anche in questo caso, i numeri sono pietre: nel 2008, il danno subito dall'home video è stato quantificato in 350 milioni di euro, doppio rispetto al cinema; di più, il mercato ufficiale del noleggio si è assestato sui 161 milioni di euro. Il giro d'affari del noleggio pirata, sui 150 milioni. Ferrucci ha inoltre affrontato le problematiche del mare magnum di Internet, dove il 21% scarica in streaming o in hard disk; ancora, risulta che il 17% compra DVD piratati. La conclusione? Situazione complessa e soluzioni difficili da trovare. Come ha ricordato Davide Rossi, l'unica via praticabile è un'unione di tutte le sigle in campo in sinergia con le istituzioni.

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