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02 settembre 2009
Parola d'ordine? Salvare il cinema
a cura di Cinematografo.itAssociazioni, rappresentati e artisti della filiera si danno convegno al Lido per difendere la cultura dai tagli. Francesca Comencini:"Sganciamoci dalla politica"
"Il drastico taglio al Fondo Unico dello Spettacolo ha trasformato in realtà un incubo che aleggiava da tempo nell'aria: cioè che un governo o un ministro possa decidere di chiudere dalla mattina alla sera i finanziamenti pubblici e azzerare la possibilità di produzioni autonome e di ricerca. Questo non deve più accadere". Così parlò Francesca Comencini, perentoria nella forma e nella sostanza mentre alla Villa degli Autori del Lido legge il documento congiunto che lei e altri rinomati colleghi (tra i firmatari anche Tornatore, Placido, Pappi Corsicato, Marina Spada e Marco Spagnoli) hanno portato a Venezia nell'ambito delle (numerose) iniziative di protesta contro la politica del governo Berlusconi in materia cinema e spettacolo. Tirata d'orecchi all'esecutivo a parte ("Mentre altri paesi europei investono in media l'1,5 per cento del Prodotto Interno Lordo per la cultura e lo spettacolo, l'Italia ha il record negativo con lo 0,22 per cento"), la Comencini si è soffermata sulle iniziative che i rappresentanti del settore dovrebbero intraprendere per "sganciare il cinema dal mondo della politica, e renderlo adulto". "Gli artisti e i rappresentanti del mondo dello spettacolo non chiedono prebende né privilegi - continua la Comencini - né di essere assistiti dallo Stato, perché sono i primi a sapere che l'altra faccia dell'assistenzialismo è il clientelismo". Quello che chiedono invece è la creazione di "un Centro Nazionale di Cinematografia, gestito da un consiglio di amministrazione che non sia diretta e/o indiretta espressione del governo e della politica ma di eccellenze culturali e organizzative". Una richiesta che fa il paio con le istanze portate avanti da Movem09 (Movimento Emergenza Cultura Spettacolo Lavoro), un organismo attivo da diversi anni per difendere gli interessi di tutta la filiera culturale. Un movimento che coinvolge piccole e grandi costellazioni associative, dai Centoautori ad art.21, e che riceve il placet dai firmatari del documento "Per il futuro del cinema italiano", sottoscritto fra gli altri da Ugo Gregoretti, Ettore Scola, Mario Monicelli e Citto Maselli. Quanto a richieste i decani del nostro cinema hanno le idee chiare e, oltre all'istituzione del CNR, richiedono sostegni e incentivi alla produzione, alla promozione, alla distribuzione e all'esercizio tramite la fiscalità generale, la finalità di scopo, il tax-shelter e il tax-credit, e una normativa che investa l'intero universo della comunicazione capace di impedire posizioni dominanti e concentrazioni lesive della concorrenza e del pluralismo. L'autunno caldo del cinema italiano è appena iniziato. Prossime tappe: il 6 settembre alla Villa degli Autori nuovo meeting ideativo per tutti i rappresentanti del cinema italiano, poi il 19 tutti a Roma per la grande manifestazione di protesta promossa da Articolo 21.
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