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20 luglio 2009

Cinecittà: Up e Down

a cura di Cinematografo.it

Rilancio? Si può, grazie al nuovo assetto e alla fusione con il Luce. Il punto da risolvere: gli alti costi per le produzioni

Era il gennaio del 1936 quando Luigi Freddi, direttore generale della cinematografia decide di ristrutturare i vecchi studi Cines, bruciati da un incendio. Dopo quasi cinquecento giorni il capo del regime fascista Benito Mussolini inaugura con orgoglio Cinecittà: fu l'inizio di un lungo viaggio che portò a Roma il grande cinema internazionale. Oggi la grande città del cinema sembra voler uscire finalmente da una crisi che dura da anni con nuovi investimenti, ma non mancano le polemiche. Up: Prima di tutto la fusione di Cinecittà-Luce fortemente voluta da Gaetano Blandini, direttore generale per il cinema, che durante la sua permanenza a Cinecittà (come commissario) riuscì a risanare il bilancio con la cessione di Mediaport (una rete di sale in perdita) e scelse per la guida del nuovo progetto Luciano Sovena (già Ad dell'Istituto Luce) e Roberto Cicutto (già amministratore delegato Mikado) con un solo obiettivo: rilanciare risparmiando. Si gira subito pagina e la nuova società viene divisa al suo interno in tre divisioni. Una si occupa di rilanciare il cinema italiano all'estero, segue quella che deve valorizzare l'archivio Luce, un patrimonio italiano da conservare dove chiunque tramite la sua nuova digitalizzazione può accedervi per scoprire attraverso le immagini, la storia del ‘900. Un'altra divisione, forse la più importante per il nuovo rilancio, deve cercare di produrre e distribuire film, con un focus strategico sulle opere prime e seconde e se il buongiorno si vede dal mattino allora Cinecittà-Luce avrà un grande futuro visto che ha appena co-prodotto un documentario di John Turturro e ha preso accordi con Jan Moito, produttore della Bavaria. Per quanto riguarda i film si è assicurata la nuova pellicola di Fabrizio Mosca (il produttore di Nuovomondo) e con Tilde Corsi produrrà Venti sigarette a Nassirya.Down: Le polemiche però continuano ad incombere anche dopo questi sforzi di rilancio. Per molti Cinecittà è soprattutto Grande Fratello e Maria de Filippi; in molti paventano forti dubbi sulla possibile "cementificazione" dalla parte di via Lamaro che dovrebbe accogliere un grosso centro commerciale, centri fitness e alberghi. Inoltre potrebbe soccombere al nuovo progetto di parco a tema "Cinecittà world" la storica "Dinocittà", i famosi studi situati sulla via Pontina con gli unici teatri di posa europei alti 25 metri. E ancora. I prezzi di Cinecittà spaventano gli investitori di cinema che non vengono a girare negli studios perché, come dice lo scenografo De Camillis, "costruire una parete costa circa il 30% in più di quello che costa in uno stabilimento privato". Insomma, la nuova Cinecittà- Luce è appena nata e già si trova a lottare tra polemiche e le pressioni di associazioni del settore, ma siamo sicuri che una politica di ascolto, per un mercato di quasi 250 mila lavoratori aiuterà a capire meglio le nuove esigenze della filiera produttiva cinematografica e porterà di nuovo alto il marchio storico del cinema italiano.

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