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Johnny Depp in <i>Public Enemies</i>

06 luglio 2009

Dillinger (non) è morto

a cura di Cinematografo.it

Abbiamo visto a Los Angeles Public Enemies di Mann. Con Johnny Depp moderno Robin Hood ai bei tempi della Grande Depressione...

Secondo il New York Times è un "grave and beautiful work of Art". E il giudizio del principale quotidiano newyorkese è condivisibile, perché Public Enemies, il nuovo imponente film di Michael Mann, è cinema allo stato puro. In linea, d'altra parte, alla filmografia del 66enne regista americano. Tra le uscite americane di punta delle festività del 4 luglio – in circa 3.500 sale – è un contrappunto di 2h15 di adrenalina e sentimenti, prodotto con un budget di 80 milioni di dollari e fortemente voluto da Mann, che per affrontare il leggendario John Dillinger si è ispirato al libro del giornalista Bryan Burrough Public Enemies: America's Greatest Crime Wave and the Birth of the F.B.I., 1933-34. Rapinatore osannato dalle folle ai tempi della Grande Depressione perché era "uno che non rubava alla povera gente ma rubava a quelli che si erano arricchiti avendo derubato a loro volta i poveri" – dicono i cronisti dell'epoca – Dillinger è nel Dna della tradizione gangster-noir americana, tanto che la crisi economica odierna ne sta facendo risaltare le qualità positive. È sempre il NYT, infatti, a delineare le "ovvie differenze tra i veri rapinatori di oggi, i finanzieri di Wall Street che hanno indotto i disastri che stiamo vivendo". A dare il volto al Robin Hood di Chicago è un Johnny Depp aderente e mai sopra le righe, talmente espressivo da poter essere paragonato a un perfetto attore del cinema muto. Con lui, splendidi, l'astro francese già premio Oscar Marillon Cotillard nei panni della fidanzata e l'anti-eroe Christian Bale, severa incarnazione del poliziotto segugio Melvin Purvis. Plastico nei movimenti tra memorabili sequenze di sparatorie in esibito digitale e vibranti introspezioni a grossa grana per le scene più statiche (magnifica la fotografia di Dante Spinotti), Public Enemies risulta una pura rielaborazione sul genere action-gangster-noir come solo Michael Mann e pochi altri sanno fare. L'astrazione che permette il distacco dalla classicità è ottenuta attraverso i repentini cambiamenti ritmici, sostenuti da un commento musicale mai prevedibile. Meta-cinema ma mai autoreferenziale, il film cita e giustamente omaggia Manhattan Melodrama con Clarke Gable e William Powell. L'uscita italiana del film è prevista per il 2 dicembre per Universal.

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