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27 maggio 2009

La cultura paga

a cura di Cinematografo.it

12 milioni di biglietti staccati in un anno alla faccia dei blockbuster: saranno Schermi di Qualità ma per vendere…

Più di 500 schermi aderenti e 12 milioni di biglietti venduti, con una quota di mercato che corrisponde a circa il 10% delle presenze e degli incassi registrati in tutte le sale del paese. Queste le cifre della terza edizione di Schermi di qualità, l'iniziativa promossa dall'Agis per sostenere la programmazione nelle sale dei film europei e italiani di un certo spessore culturale. "A volte i dati possono risultare freddi, ma questi numeri indicano già molto" - ha commentato il Presidente dell'Anec, Paolo Protti, presentando il resoconto dell'ultima tranche di questa iniziativa, svoltasi dal 1 aprile 2008 al 31 marzo 2009. "I tre anni di Schermi di qualità hanno coinciso con la crescita del cinema italiano, contribuendovi in termini di incentivo a una programmazione differenziata" - ha continuato il Presidente, sottolineando criticamente come questo sia "l'unico progetto a favore degli esercenti sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a fronte di una totale assenza di attenzione rispetto alle sale e di promesse che continuano a essere reiterate ma ancora non mantenute". Un dato che accresce la centralità dell'iniziativa dell'Agis, corroborata anche da due studi scientifici commissionati dalle varie Associazioni promotrici per dimostrarne l'inequivocabile necessità.Comparando i dati Cinetel relativi agli "schermi di qualità" e al resto delle sale, il Multimedia Lab Cattid dell'Univeristà La Sapienza ha infatti realizzato una ricerca sull'effettivo valore economico del progetto, a prescindere dalla sua rilevanza culturale. "I risultati mettono in luce la presenza di una coda lunga degli incassi al botteghino" ha spiegato il professore di Roma1 Gianni Celata, ricordando come gli schermi aderenti all'iniziativa abbiano dimostrato "una maggiore capacità di cumulare guadagni oltre le prime quattro settimane di programmazione", incidendo in maniera significativa sulla performance complessiva dei film proiettati. A trarne beneficio non solo le singole pellicole e il cinema italiano in generale (presente in massa sugli Schermi di Qualità), ma anche l'intero sistema di sostegno pubblico all'audiovisivo, avvantaggiato dal "maggior ritorno così realizzato da film di qualità prodotti con il contributo dello Stato". Se il progetto dell'Agis ha tutte le potenzialità per trasformarsi in un vero e proprio "brand dell'industria culturale", lo studio parallelo effettuato dall'Università Bocconi ne ha messo in luce anche altre possibili linee di sviluppo, come l'apertura ai social media, la realizzazione di servizi più specializzati e il necessario approfondimento della partnership con il settore della distribuzione.Prospettive di collaborazione si intravedono però anche sul fronte della produzione: "Il cinema italiano è entrato di nuovo in crisi anche a causa dei problemi strutturali che riguardano il circuito", ha dichiarato Riccardo Tozzi, Presidente dell'UNPF. "Oggi, sebbene i film d'autore escano in centinaia di copie, molte vanno a finire nei multiplex, che non attirano un pubblico adatto a quel prodotto. Il Ministero si dovrebbe rendere conto che è meglio sostenere questo tipo di iniziative piuttosto che produrre un film in più", ha aggiunto Tozzi con tono fermo, esortando anche a cercare un interlocutore nelle Regioni, dove intravede ancora la possibilità di "un'incentivazione mirata al riequilibrio del circuito".

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