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Audrey Hepburn

12 maggio 2009

Happy birthday, Audrey

a cura di Cinematografo.it

Ottant'anni fa nasceva la Hepburn, regina di eleganza hollywoodiana. Il figlio le dedica una mostra

Perseguono la magrezza a ogni costo. Indossano il "tubino" nero minimalista. Scivolano rasoterra sulle "ballerine". Zero tacco. Zero seno. Frangetta sopra agli occhiali da sole fascianti. Sono le ragazze di adesso, che però incarnano lo stile Colazione da Tiffany, così brillantemente lanciato, nel mondo, da Audrey Hepburn, icona di fascino e di stile nell'omonimo stracult firmato, nel 1961, da Blake Edwards. A ottant'anni dalla nascita dell'attrice più mentalmente elegante che Hollywood abbia mai conosciuto, quella Audrey Kathleen Ruston, nata il 4 maggio 1929 a Bruxelles (da padre banchiere, l'inglese Joseph Victor Anthony Ruston e da madre olandese, la baronessa Ella van Heemstra), una mostra internazionale, allestita da Sean Hepburn Ferrer (figlio di Audrey e dell'attore Mel Ferrer) attualmente ne ricorda il fascino moderno. "Ecco chi metterà il seno fuori moda", disse di lei Billy Wilder, durante le riprese di Sabrina, altra pellicola dall'intonso erotismo estetico. Bisogna pensare che quando Audrey, ballerinetta tutt'ossa in forze al West End londinese (dove si esibiva, come "Revuegirl", in Sauce Tartare) nei primi anni Cinquanta già circolavano bombe sexy come Marilyn Monroe, Jayne Mansfield, Sophia Loren, star dalla terza in sù. "Io so d'avere le tette migliori, sul palco, ma com'è che fissano tutti lei?", s'indignava, candidamente, la collega Aud Johannsen. Già, ne aveva da vendere, di strano sex-appeal, l'emergente ragazzina, puntata persino dalla scrittrice Colette, che, nel 1950, dopo averla notata all'uscita di servizio dell'Hotel de Paris, a Montecarlo, andò subito a chiederle d'interpretare Gigi,la sua piéce teatrale, a Broadway. "Mi spiace, madame, ma non so recitare", ammise Audrey, con disarmante ingenuità. Gigi fu lei, ovviamente, e tutto il resto è storia del cinema. Nel 1953, ecco il debutto nella fabbrica dei sogni, a Hollywood: Un cuore e una corona. In seguito, questa diva, che a un certo punto preferì fare la mamma, mai accompagnata da scandali sesso&alcool (come accadde, per dire, alla coeva Marlene Dietrich, depressa al primo figlio), avrebbe girato 16 film, dal 1953 al 1967. Al fianco di Cary Grant, William Holden, Gary Cooper, Humphrey Bogart, Gregory Peck e diretta dalle grandi firme dello star system (George Cukor, Billy Wilder, Blake Edwards), Audrey arrivò a guadagnare un milione di dollari a film. Una cifrona, per l'epoca, eppure lei preferì fermarsi, in nome di quel figlio tanto desiderato, dopo tre aborti dovuti al fisico gracile. Sean Connery, che l'ha diretta in Spielberg, racconta d'essersi aggiudicato la Hepburn, nel cast, soltanto promettendo un posto di assistente al rampollo Sean. Quanto a Robin e Marian, al fianco di Always, la diva avrebbe accettato il suo magnifico ruolo, solo perché la prole voleva conoscere l'interprete di James Bond. Una santa a Hollywood-Babilonia? E perché no: l'ultima volta che apparve sullo schermo, prima di morire di cancro, nel 1993, fu nel film di . Faceva l'angelo.

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