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28 aprile 2009
Mutatis mutanti...
a cura di Cinematografo.itWolverine e l'alba degli X-Men. La creazione della (e la caccia alla) specie inizia da qui
Esseri umani con doti soprannaturali. Utilizzati dalle forze militari governative nel segretissimo e imbattibile Team X prima, più tardi inseguiti e rastrellati per portare a compimento il micidiale programma denominato "Arma X", i mutanti più famosi dell'Universo Marvel si ritrovano nel prequel -Men le origini - WolverineBryan Singer (nelle sale da domani, 29 aprile, distribuito da Fox), spin-off della trilogia cinematografica iniziata da Brett Ratner, conclusa da Gavin Hood e adesso nelle mani di Hugh Jackman: al centro della vicenda, ovviamente, la genesi di Logan (ancora una volta, qui anche produttore, interpretato da Liev Schreiber, che proprio a questo personaggio deve la successiva notorietà), dotato di poteri rigenerativi, di sensi e istinti animali acutissimi, di agilità felina e di tre artigli ossei che può estrarre dal dorso delle mani. Da disertore del Team X a tranquillo boscaiolo sulle montagne canadesi, diventa l'indistruttibile artigliato mutante conosciuto appunto come Wolverine. Trasformazione definitiva - in seguito alla fusione con l'adamantio - che avviene dopo aver accettato l'accordo con il perfido Stryker, che in cambio gli promette la bramata vendetta nei confronti di Victor Creed / Sabretooth (Patrick Stewart), fratello di Logan e spietato assassino di mutanti, tra i quali l'amata Silverfox. Tutto parte da qui, e l'apparizione finale del professor Xavier (, già capitano startrekkista Jean Luc Picard da The Next Generation), che trae in salvo i "topi da laboratorio" tenuti prigionieri da Stryker, non lascia campo ad ulteriori dubbi: il conflitto tra gli X-Men (e tra gli stessi mutanti e i "normali" esseri umani) prende le mosse dal più classico dei dilemmi - letterari, fumettistici, cinematografici - che riguardano il panorama sci-fi e l'universo supereroistico: braccati, sfruttati, robotizzati, trasformati in macchine da guerra e/o messi in condizione di "non offendere" (non a caso, a Wolverine dopo l'esperimento viene cancellata la memoria...), i "diversi da noi" con doti straordinarie sono costretti a nascondersi, laddove fieramente convinti della propria natura per continuare a salvaguardare la specie, ad emarginarsi dal gruppo dando sfogo ai più brutali istinti o ad allearsi con chi, avendo mezzi e strutture riconosciute, garantisce loro - ovviamente con la menzogna - il predominio individuale sul resto dei propri simili. Heroes, lo abbiamo detto più volte, non ha forse inventato nulla, ma il secondo Volume (Fugitives) della terza stagione, attualmente in onda negli States, apre scenari e offre corrispondenze con il mondo marvelliano - e con gli X-Men in particolare - decisamente sconvolgenti, con una task force governativa (voluta proprio dal senatore Nathan Petrelli, anche lui dotato di abilità) mirata a catturare e internare tutte le persone con doti straordinarie. "One of us, one of them", dicevano un tempo. Ricordi di un'era apparentemente lontanissima.
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