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14 novembre 2008
L'Enterprise di Abrams
a cura di Cinematografo.it"Spero nasca una nuova generazione di fan", dice il regista. Che presenta un assaggio del nuovo Star Trek
"Non sono mai stato un fan di Star Trek, ma dopo aver preso in mano la produzione del film e aver letto la sceneggiatura mi sono talmente affezionato alla storia e ai personaggi tanto da non poter affidare la regia a nessun altro".E' un J.J. Abrams come sempre velocissimo, tanto da scusarsi in anticipo con l'interprete, quello che stamattina ha presentato alla stampa italiana le prime 4 clip della sua nuova creatura, Star Trek appunto, kolossal Paramount previsto nelle sale di tutto il mondo a maggio 2009, in Italia distribuito da Universal, in concomitanza con il trentennale della prima trasposizione cinematografica (Star Trek: The Motion Picture, diretto da Robert Wise) della serie tv sci-fi più longeva nella storia dello spettacolo."Ho deciso di fare questo film - spiega ancora il creatore dei televisivi Lost, Alias e Fringe - anche per rivolgermi a tutti coloro che, come me, non hanno mai amato Star Trek e con la speranza di creare una nuova generazione di fan: l'obiettivo è stato quello di realizzare un film che racconti anche la vita emotiva e i rapporti tra i personaggi, che in precedenza da spettatore non ero mai riuscito ad apprezzare perché non avevo mai approfondito la loro natura".Anticipate dal trailer del film, che arriverà nelle sale italiane durante il periodo natalizio, le 4 clip presentate mostrano gli inizi di quello che diventerà poi il capitano della nave stellare Enterprise, James T. Kirk (nella serie classica interpretato da William Shatner, ora impersonato da Chris Pine), cadetto nell'Accademia della Flotta Stellare, e i primi dissapori con l'altro grande protagonista della serie, il vulcaniano Spock, reso celebre da Leonard Nimoy (che compare in un frammento del film) e adesso interpretato da Zachary Quinto, ben più noto come Sylar nel televisivo Heroes, ma non mancano ovviamente alcune sequenze altamente spettacolari: "L'azione non può mancare in un film del genere - conclude J.J. Abrams, alla sua seconda regia cinematografica dopo Mission: Impossible 3 - ma visto che siamo talmente assuefatti agli effetti speciali, quello che conta è saper creare un legame con lo spettatore attraverso i personaggi, in questo caso dotati di una buona combinazione di umorismo e spessore".
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