BIOGRAFIA
Attore. Fin dai tempi del liceo nutre una grande passione per l'arte drammatica. Va ancora a scuola e compare per la prima volta sul grande schermo con una piccola parte in "Gigi" (1949), di Jacqueline Audry. Una volta conclusi gli studi, frequenta il Centre Dramatique de l'Ouest e qui, sotto la guida di Roger Blin, affina sempre di più la sua tecnica interpretativa. Dal 1953 al 1960 si esibisce presso il Théâtre National Populaire (TNP) di Jean Vilar, a Parigi, alternando la recitazione in teatro alle esibizioni nel cabaret insieme a Jean-Pierre Darras. In questo periodo conosce l'attrice Monique Chaumette, che sposa nel 1962 e da cui ha una figlia, Frederique. Nonostante la verità storica, si ritiene che il suo film d'esordio sia "La Pointe-Courte" (1955) di Agnès Varda, in quanto, dopo questo ruolo, comincia a comparire di frequente sugli schermi della TV e del cinema francesi. Da qui è un moltiplicarsi di interpretazioni per registi francesi: lo 'zio Zazie' travestito da donna in "Zazie nel metrò" (1960), di Louis Malle; "Tutto l'oro del mondo" (1961), di René Clair e "Alexandre, un uomo felice" (1967), di Yves Robert, che lo consacra una star nazionale. Lavora anche per registi nostrani iniziando con: "Le massaggiatrici" (1962) di Lucio Fulci; "Frenesia dell'estate" (1963) di Luigi Zampa e "Sette volte donna" (1967) di Vittorio De Sica. A questo punto, dice definitivamente addio alla carriera teatrale per dedicarsi anima e corpo al cinema. Si concede una parentesi americana con "Topaz" di Alfred Hitchcock e "Rapporto a quattro" di George Cukor, entrambi del 1969. Il grande successo commerciale lo ottiene con il regista italiano Marco Ferreri in "La grande abbuffata" (1973) e su questa scia recita anche in "Amici miei" di Mario Monicelli, facendo da spalla al grandissimo Ugo Tognazzi. A ruoli comici alterna interpretazioni più drammatiche, quale 'Il Generale' de "Il deserto dei Tartari"(1976), di Valerio Zurlini. Il cinema d'Oltralpe, invece, lo vede interpretare ruoli più negativi, come 'Lucien Cordier' in "Colpo di spugna" (1981), di Bertrand Tavernier e Sergio Tau. Supera veramente se stesso nel film pluripremiato, "Nuovo cinema Paradiso" (1988), di Giuseppe Tornatore. Vince un David di Donatello e un César 1976 come miglior attore per "Frau Marlene"(1975), di Robert Enrico, e gli stessi due premi nel 1990 per "La vita e nient'altro" (1989), di Bertrand Tavernier. Memorabile è anche la sua splendida interpretazione di 'Pablo Neruda' al fianco di Massimo Troisi, nella sua ultima apparizione cinematografica, in "Il postino" (1994), dello stesso Troisi e Michael Radford. Noiret era noto per essere elegante, edonista e amante dei cani. Le sue passioni, oltre il cinema, erano la cucina gourmet, le sigarette, l'arte e i cavalli. Muore per un cancro e viene sepolto a Parigi, nel cimitero di Monparnasse.
FILMOGRAFIA
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