BIOGRAFIA
Attore. Figlio dell'attrice Jacqueline Pierreux e dello sceneggiatore Pierre Léaud ha iniziato la sua carriera nel mondo del cinema appena adolescente. Appena 14enne viene infatti scelto dal regista François Truffaut che gli affida il ruolo del protagonista del suo primo film "I 400 colpi" (1959). Il film viene presentato al Festival di Cannes e l'estroverso e ribelle Léaud, ormai figura istituzionale alla kermesse francese, fa la sua prima apparizione sulla Croisette. Grazie alla spontaneità del suo alter ego sullo schermo Antoine Doinel (sempre sotto la regia di Truffaut), Jean-Pierre Léaud ha rappresentato per anni il vento di libertà che la Nouvelle Vague ha portato al cinema con film come "L'amore a vent'anni " (1962, in cui l'attore è coprotagonista con Marie-France Pisier dell'episodio "Parigi", anche noto come Antoine e Colette), "Baci rubati" (1968), "Non drammatizziamo... è solo questione di corna!" (1970) e "L'amore fugge" (1979). Se il sodalizio con Truffaut è stato fondamentale nella carriera dell'attore (infatti oltre ai titoli già citati vanno aggiunti; "La calda amante", 1964; "Il ragazzo selvaggio", 1970; "Le due inglesi, 1971; "Effetto notte", 1973), molto importante nella sua carriera artistica è stata anche la collaborazione instaurata con un altro dei grandi autori del cinema d'oltralpe: Jean-Luc Godard. Numerose sono infatti le opere di Godard in cui compare Léaud e, oltre che interprete, in alcune occasioni è stato per il maestro anche aiuto regista: "Una donna sposata (1964), "Il bandito delle 11" e "Agente Lemmy Caution, missione Alphaville" - entrambi del 1965 -, "Il maschio e la femmina" (1966), "Una storia americana" (1966), "Week End - Una donna e un uomo da sabato a domenica" (1967), l'episodio "L'amore nel 2000" del film "L'amore attraverso i secoli" (1967), "La cinese" (1967), "La gaia scienza" (1969), "Détective" (1985) e la serie TV "Série noire" (1986, episodio "Grandeur et décadence d'un petit commerce de cinéma"). Con "Il maschio e la femmina" vince l'Orso d'argento come miglior attore al 16mo Festival di Berlino. Non ha mai nascosto le sue preferenze politiche e si è sempre impegnato nelle battaglie pubbliche come figura radicale e militante, più a livello emotivo che politico. E anche le sue scelte di carriera spesso si sono rivolte verso registi a lui ideologicamente affini, anche nel caso di autori stranieri. Per esempio gli italiani Pier Paolo Pasolini ("Porcile", 1968) e Bernardo Bertolucci ("Ultimo tango a Parigi", 1972), il polacco di Jerzy Skolimowski ("Il vergine", 1967; "Dialóg 20-40-60", 1968; un episodio della serie TV "Días de cine", 1991) o il brasiliano Glauber Rocha ("Il leone a sette teste", 1970). Nella sua filmografia compaiono oltre novanta titoli - tra corti e lungometraggi, opere per il cinema e la televisione - firmati da registi francesi e stranieri di altissimo spessore. Solo per citarne alcuni: Josiane Balasko, Catherine Breillat, Olivier Assayas, Danièle Dubroux , Serge Le Péron, Bertrand Bonello, Aki Käurismäki e Tsai Ming-Liang. Nel 2000 gli è stato consegnato il premio César alla carriera. Nel 2001, insieme al regista Bertrand Bonello, ha vinto il Premio FIPRESCI al Festival di Cannes per "Le Pornographe" (presentato alla Semaine de la critique). Nel 2016, sempre a Cannes, gli viene assegnata la Palma d'oro alla carriera e in proiezione speciale viene presentato il film "La Mort de Louis XIV" di Albert Serra in cui l'attore veste i panni del sovrano protagonista.
FILMOGRAFIA
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